Tyrakses, l'assassino bianco

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  1. Tyrakses
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    Nome: Tyrakses (falso, quello vero non lo rivela a nessuno)
    Cognome: Nessuno
    Età: 26
    Mestiere: Assassino/combattente
    Rango: E
    Discendenza: Non si sa molto di Tyrakses, più che altro perché è lui a non voler dare informazioni personali... forse pensa che tutti quelli intorno a lui siano nemici o forse semplicemente si è lasciato alle spalle una vita che ormai è morta, come la maggior parte dei sopravvissuti...
    Descrizione fisica: Tyrakses è alto circa 1,75 metri con un peso di 70-75 kg, corporatura nella media quindi. Indossa un particolare mantello bianco col cappuccio che gli copre quasi prevalentemente la testa e una fascia per coprirgli la bocca, per renderlo meno riconoscibile e magari per prevenire una qualche forma di contagio.
    Descrizione psicologica: Tyrakses è un tipo abbastanza strano, forse in certi momenti si può definire anche lunatico, capita di poterlo incontrare e vederlo assumere un comportamento scorbutico e taciturno rispecchiando la psicologia che dovrebbe avere uno che ricopre il suo mestiere, o può capitare di intraprendere con lui una piacevole chiacchierata da normalissima persona. Non ama le armi da fuoco, e nemmeno collaborare con qualcuno che le usa, troppo rumore, troppo caotiche, perché fare tanto casino quando può finire tutto in un bellissimo e silenzioso secondo? Non sono molte le cose che apprezza, ma gli piacciono molto i gatti. Il suo passato invece è un mistero per tutti... o almeno fino ad ora.
    Oggetti: mantello di color bianco che gli copre la testa con un cappuccio, leggero e comodo, lascia molto liberi i movimenti, in più non è un mantello tradizionale, invece di finire normalmente finisce con delle specie di lingue che svolazzano quando Tyrakses combatte, questo tende in parte a distrarre l'avversario dandogli così un vantaggio. Le armi che usa sono molto particolari; si tratta di due lame celate lunghe tutto l'avambraccio che tramite un meccanismo a scatto escono fuori molto velocemente e rientrano alla stessa velocità con una levetta facilmente movibile.
    Le lame sono ben più grandi di un semplice pugnale, si parla più di una via di mezza tra spada corta e spada lunga che non sono nemmeno tanto sottili, ma d'altronde un certo spessore è necessario per assassinare degli zombie o altre creature mutanti.
    Inoltre possiede un piccolo kit di pronto soccorso e qualche medicinale di pronto utilizzo, tutta roba leggera che può essere tenuta nel mantello. Altri oggetti se li procura in base alla missione da svolgere.
    Background: Il ricordo del mio primo omicidio... si, quello lo ricordo bene... d'altronde come potrei dimenticarlo, la prima anima che falci via non la dimentichi più, anche se magari non è niente di particolare, anche se è avvenuta per un puro sbaglio (o per fortuna?). E quindi si, questa è la storia di qualcuno e di come costui ha imparato a compiere il peggiore dei delitti, nel modo più perfetto possibile. Molte delle persone che dicono di aver ucciso qualcuno quasi sicuramente non lo ha mai fatto, avete presente il detto "can che abbaia non morde"? la maggior parte delle volte questo è uguale anche per le persone. Il vero assassino è quello che si dipinge un santo, come i politici o i preti che di nascosto stuprano i bambini, o magari, quello che si nasconde e tende a non parlare di se, perché sa che i suoi gesti lo hanno marchiato a vita, come un condannato, un animale, come qualcuno che non fa più parte delle persone normali... e quindi, consapevole di questo, il vero assassino si nasconde, passa inosservato per la sua intera esistenza, aspettando nell'ombra il prossimo bersaglio.
    La mia storia inizia ovviamente con la mia nascita, che avvenne a Detroit, Michigan, ma le mie origini non sono americane, ma Italiane. I miei genitori si trasferirono li poco prima della mia nascita per motivi di lavoro, a quanto pare ricevettero un offerta da non poter rifiutare, anche se sapevano di star andando in una città con un tasso di criminalità particolarmente alto. Il loro piano era quello di trasferirsi li per il tempo sufficiente a mettere qualcosa da parte o magari per aspettare un altra offerta di lavoro per ritornare in Italia vicino ai parenti. Ovviamente questo non avvenne mai. Fu nel lontano 2000 che io nacqui, per i successivi 12 anni vivemmo li e nel 2012 ci fa la catastrofe. In questo tempo io imparai a vivere in quella grande e pericolosa città, i miei genitori cercavano di proteggermi come potevano, ma prima o poi devi imparare a farlo anche da solo, così imparai presto a difendermi a scuola, ad individuare gli individui più pericolosi, come membri di bande organizzare, e magari anche a capire quando stava per avvenire una sparatoria. Una volta imparato tutto questo riuscii a cavarmela piuttosto bene fino all'età di 10 anni, fino a che un giorno mi ritrovai in una brutta situazione, 3 membri di una banda, chiamata "i discepoli di satana" tentarono di derubarmi. Sapevo chi erano e cercai di evitarli per non avere guai, ma purtroppo si accorsero che avevo cambiato strada perché lo avevo visti, e a quanto pare questo gli diede fastidio. Mi seguirono e mi colsero alla sprovvista in un vicolo più isolato, uno mi diede un pugno dietro la testa, caddi, un altro cominciò a prendermi a calci nelle costole per poi prendermi tutto quello che avevo, borsa, cellulare, lettore mp3, tutto. Non le avevo mai prese in quel modo, ad ogni colpo sentivo l'impatto con le mie ossa, nonché ogni piccolo scricchiolio che facevano insieme alle mie articolazioni, "ti prego fa che non si spezzino", pensai tremante, volevo solo che tutto finisse e non importa se mi prendevano tutto, mi bastava uscire da quella brutta situazione. E intanto continuavano, in bocca avevo un sapore che era un misto tra il mio sangue e le suole delle loro scarpe, ad un certo punto smisero ma solo per sentire un secondo dopo sulla nuca un freddo e gelido pezzo di metallo. In quel momento il mio cuore si fermò, sarebbe finita così la mia esistenza? ammazzato a sangue freddo da uomini del genere? e perché mai poi? probabilmente quello che volevano era solo un esempio, una prova di forza per le altre bande o persone. Ma io ovviamente non volevo finire in quel modo schifoso, così mi decisi a reagire, tanto male che andava morivo lo stesso, di pedate già ne avevo avute, che avevo da perdere. Afferrai la prima cosa che trovai a terra, un pezzo di vetro, lo strinsi nella mano destra saldamente e con la mano grondante di sangue da ferite che mi ero aperto con lo stesso pezzo di vetro, mi girai e lo colpii. Ora non so se ebbi solo molta fortuna o se quello era un emerito coglione, ma in qualche modo riuscii a conficcarglielo giusto nella giugulare prima che lui potesse premere il grilletto. Lo uccisi, lo uccisi per davvero, quel momento mi rimase in testa per sempre, come ho già detto, il primo omicidio non lo dimentichi mai. Il seguito invece è poco chiaro, ricordo solo il mio corpo e la mia faccia ricoperti di sangue, ormai non si riconosceva più qual'era il mio e quale il suo. Credo che il resto della banda in seguito scappò, poco prima dell'arrivo della polizia. Io non ebbi conseguenze, forse per il fatto che da li cominciai a smettere di parlare per il trauma e quindi non potei dare informazioni chiare. Per i miei genitori fu altrettanto doloroso sapere che il proprio e unico figlio era finito all'ospedale con diverse lesioni e ferite e soprattutto che quella città lo aveva già trasformato in un assassino. Il mio rapporto con loro da quel momento sbiadii, credo che mi vedessero in modo diverso, forse pensavano che era diventato tipo dexter in quel cazzo di telefilm, ma io non ero così e in quel momento più che mai avevo bisogno di loro, e loro non c'erano. Cercai consolazione in altro, nel mondo esterno entrando così a far parte "del giro" dei delinquenti che infestavano quel luogo. Entrai ben presto a far parte anche di un altra banda chiamata "le serpi sanguinarie" il loro tatuaggio era quello di una zanna di serpente. Indosso quel simbolo tutt'ora sul collo. Non ero bravo con le armi, non ho mai avuto una mira eccellente, o almeno sufficiente a colpire qualcuno, in compenso però ero bravo con i coltelli e anche a non farmi sentire arrivare. Uccisi molte persone per conto della mia banda o anche per tornaconto personale prima di decidere che non potevo andare avanti in quel modo, io ormai ero un assassino, avevo ucciso molte persone si, ma erano tutti dei bastardi appartenenti a varie bande e che non meritavano altro che morire. Tutto quello che volevo era uscire da quella vita, ma ormai il punto di ritorno era già lontano, allora decisi che avrei continuato ad uccidere, ma lo avrei fatto per rendere un servizio alla comunità, avrei ucciso tutti i capibanda che conoscevo, per poi continuare con i membri al di sotto di loro e poi ancora più giù fino a che tutta la malvagità di quella schifosa città sarebbe sparita. Obiettivo piuttosto ambizioso, anzi, impossibile. Il male rinasce sempre come un idra a cui se tagli una testa gliene ricompaiono altre 2. Ma non mi importava, ogni singolo membro delle bande più malfamate avrebbe conosciuto un male peggiore di loro. Il capo della mia banda "le serpi sanguinarie" fu il più semplice da eliminare, si fidava di me, per gli altri ci fu bisogno di un pò più di premeditazione, ma in qualche modo la mia lama raggiungeva sempre la loro gola, per poi sparire ed essere rivista solamente nel luogo di un altro omicidio. Mi fu dato anche un soprannome, qualcosa come "l'assassino silente" o "l'assassino bianco", il primo ovviamente perché, come già detto, non mi facevo sentire, il secondo per via del mantello bianco che amavo indossare. La mia bravura, che poi presi anche come sfida personale, era quella di riuscire a sgozzare le persone senza farla sporcare di rosso. Fu un periodo abbastanza divertente e soddisfacente, fino a che l'epidemia si diffuse. I miei genitori morirono prima che potessimo sfruttare il piano di fuga, io invece non scappai mai con gli elicotteri o con il governo, non potevo andare... quella cosa, malattia, intervento divino, errore umano, in qualsiasi modo la possiamo chiamare, ha fatto qualcosa di giusto, aveva spazzato via tutto lo schifo che appestava quella città, ed io, ne facevo parte. Così mi misi in viaggio da solo e girai il mondo per molto tempo. La cosa ironica fu che ricominciai a parlare di nuovo proprio quando non c'era più nessuno con cui farlo. Ma non mi importava, parlavo da solo (probabili sintomi di pazzia?) in qualche modo, per qualche motivo, io mi sentivo a mio agio in quel mondo arido e pericoloso che si era venuto a creare, forse perché stavo già vivendo come se fossi in guerra ancora prima che questa avvenisse sul serio. La mia storia finisce con il mi arrivo al The Hive, ultimo rifugio che ho visitato. Avevo visto molte cose, ucciso molti altri esseri, forse qualcuno con me gli avrebbe fatto comodo...


    Abilità

    Lama celata: Tyrakses utilizza le sue lame celate, che sono posizionate all'esterno del braccio invece che all'interno, per assassinare letteralmente i suoi avversari, infatti oltre a saperle usare al meglio, riesce anche ad intuire subito il punto preciso dove affondare la lama per avere successo. Prepara l'azione di uccisione per la durata di 1 post: es. scrivo post in cui mi nascondo, osservo l'obiettivo e lo studio, nel post successivo se individuo il punto debole allora tento l'assassinio, che se andrà a buon fine mi farà eliminare il bersaglio e tornare nascosto. Se l'avversario è inconscio della presenza di tyrakses l'assassinio avrà alte probabilità di andare a buon fine (colto alla sprovvista), se invece sa di essere in pericolo e sa di non essere solo le probabilità si abbassano.

    Manovre

    Ombra: Tyrakses è in grado di seguire i suoi bersagli senza farsi sentire, e a meno che il bersaglio non possegga una qualche particolare abilità per percepire la sua presenza o un udito sovrannaturale, sarà impossibile sentirlo arrivare, venendo così colto alla sprovvista.

    Percezione cieca: Un assassinio perfetto viene fatto nell'oscurità, scarsa visibilità, maggiori probabilità di penetrare nel bersaglio. Questo lo ha portato ad dover affinare il suo udito, senso migliore da utilizzare con scarsa visibilità, così è finito per diventare il senso su cui lui fa più affidamento permettendogli di acquisire una vera e propria percezione cieca. Sente molto meglio i rumori di una persona normale, ma in un raggio 10 metri attorno a lui è in grado di percepire chiunque, a meno che costui non riesca produrre alcun rumore.

    Combattere con 2 armi: Tyrakses preferisce agire nell'ombra e attaccare anche alle spalle nel momento più opportuno, ma in caso di necessità, se magari è stato scoperto o non ha alcuna possibilità di passare inosservato, può ingaggiare un combattimento corpo a copro estraendo completamente le proprie lame e lasciandole bloccate, usandole così come due vere e proprie spade. In questo modo è in grado di difendersi e anche di attaccare come farebbe un vero combattente.

    Edited by Tyrakses - 28/11/2016, 11:12
     
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  2. Argental
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    Siamo nel 2026 attualmente, quindi vanno corrette le date. Ti rimando al canale https://thehive.forumfree.it/?t=60782577.
    Leggilo anche per tenerti aggiornato e seguire le ultime ruolate a cui puoi unirti.
    Ci sono piccole imperfezioni che riguardano plurali, punteggiatura...
    La scheda in generale va bene, anche la prima persona; aspetto una tua revisione per archiviarla definitivamente.

    CITAZIONE
    Domanda, non so come si caricano le immagini c.c Altra domanda, quando scrivo di me (inteso come il mio pg) mi viene da parlare sempre in prima persona, se è un problema revisioni il background

    Ti mando per mp il necessario e spiego. Per ora limitiamoci al necessario.
     
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  3. Tyrakses
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    Ah si hai ragione per l'età, me ne ero reso conto e l'ho corretta da molte parti, ma non da tutte xD correggo subito
     
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  4. Tyrakses
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    Ok dovrei aver corretto tutto
     
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  5. Argental
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    Molto bene, anche i dettagli!
     
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4 replies since 27/11/2016, 15:40   99 views
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