Ciò che è morto non muoia mai

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. |Hayley|
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Quel posto non era affatto come gli ospedali alla quale si era abituati.. prima del disastro.
    Il silenzio era quasi una costante, i malati era possibile contarli sulle dita di poche mani, ed ognuno di loro possedeva una dignità e una fermezza mai viste prima; quando sei sull'orlo del baratro, anche un semplice raffreddore sembra essere la più grave delle malattie, ragion per cui i vaccini più insulsi erano diventati un obbligo e i controlli di routine che di solito venivano compiuti nel giro di un anno avevano dimezzato il tempo di ritorno.
    I pochi medici erano come una manna dal cielo.
    Una volta che non era più il denaro a guidare le mani degli uomini, la passione (e la consapevolezza che l'essere legati fosse l'unica via corretta) diveniva il carburante in grado di muovere quel grande motore.
    Heike guidò i propri compagni lungo quel corridoio sterile, senza parlare. Ogni tanto buttava un occhio alle strette pareti ai suoi lati, soffermandosi per un rapido secondo a osservare dei vecchi quadri, l'unica presenza realmente colorata in mezzo a tutto quel grigiume.
    Il bagliore delle lampade era forti, ma irradiavano una luce fredda e in qualche modo cupa, tanto da non rasserenare nemmeno le poche piante poste qua e la, accanto a quelle sedute per.. per chi? Ospiti? Una volta le visite degli amici o dei parenti erano la norma, adesso di certo sarebbero state monito di chissà quale disgrazia imminente.
    Sospirò, rallentando quando fu in procinto di una porta, sulla quale spiccava un grande cartello che invitava i non addetti a non proseguire.
    Si voltò a controllare ci fossero tutti poi, con nonchalance tipica di chi sa dove sta andando, la aprì, conducendo i presenti in quella che di certo poteva essere descritta come la parte più fredda di quella struttura.
    Questa è la parte dell'Obitorio, dobbiamo effettuare il riconoscimento del cadavere prima che avvenga la biopsia della parte precedentemente infettata.
    Tagliò corto, esponendo con una certa professionalità la cosa, nonostante fosse in qualche modo distratta e distante.
    Fece muovere una porta scorrevole, dietro cui alcuni addetti attendevano il loro arrivo, e con un semplice cenno del capo a rendere omaggio, si spostarono in prossimità di una grande struttura metallica.
    Da uno degli alloggiamenti delle celle frigorifere fecero scorgere finalmente il loro defunto compagno.

    Edited by |Hayley| - 26/6/2016, 22:21
     
    Top
    .
  2. Argental
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Lo guardò come si guarda qualcosa di straordinario: sbarrando gli occhi e passando in rassegna ogni millimetro della sua faccia, per non dimenticare.

    Ciò che è morto, non muoi mai! si disse, in memoria del compagno caduto.

    E' lui,certo...ma qualcuno conosceva almeno il suo nome?...Non si erano presentati, rimandando ad un secondo momento che confidava, anzi era sicuro, avrebbero avuto per i convenevoli. Invece, ebbero una sola occasione -sprecata- per conoscersi.
    Si morse il labbro mentre continuava a scannerizzarlo.
    Umberto scostò il lenzuolo nel punto del morso. Pareva che l'infezione stesse cominciando a svilupparsi, ma non sapeva molto di morsi e infezioni. Si voltò verso i compagni, aspettando che qualcuno prendesse la parola.

    Più interessante, era l'idea che si era fatto del ''bottino di guerra'': l'avambraccio del mostro delle paludi, almeno fino al momento del rientro in elicottero, sembrava ''vivo''. La ferita aperta, nel punto di distacco, si era marginata e guarita, mentre la forza che animava il braccio sembrava inesauribile. Nonostante l'eclissi fosse terminata.
    Che sia quella pianta? si chiese, confuso.

    ...Cosa bisogna fare con il braccio...? Chiese ad Heike, in risposta ai suoi pensieri. Si aspettava che la biologa spiegasse il dafarsi e, magari, lo incaricasse di qualcosa utile da fare, poichè -sinceramente- si sentiva piuttosto inutile in un contesto come quello, ma soprattutto, sperava di trovare presto qualcosa da fare che lo distraesse dal lutto.

    Ciò che è morto, non muoi mai!

    ...Nella stanza, si trovavano anche alcune autorità del The Hive, poiché Umberto aveva fatto rapporto alla Casa e molti, un pò per curiosità o mossi da speranza, volevano vedere con i propri occhi. Nessuno, però, aveva parlato fino a quel momento, limitandosi a rimanere in silenzio, in seconda fila, da spettatori. Nemmeno il Sindaco parlò, né per rappresentanza...
     
    Top
    .
  3. Ðante¹
        +1   -1
     
    .

    User deleted



    Era rimasto a guardarli allontanarsi in elicottero con la salma del ragazzo. Non andò con loro. Aveva ancora un'ultima cosa da fare laggiù.
    Attese che il rumore delle turbine svanisse in lontananza. Quel che stava per fare andava contro ogni singola norma dettata dal buonsenso. Giuseppe controllò le armi. Serbatoi carichi, colpo in canna. Arresoja già aperta, infilata di traverso al cinturone. In teoria non ne avrebbe avuto bisogno, ma non si sa mai.

    Iniziò a muoversi con cautela lungo la strada, badando bene a non fare il minimo rumore. La motocicletta era abbastanza lontana dal punto della sparatoria di poco prima, ma i vaganti potevano essersi riversati nelle stradine più improbabili.
    Ebbe fortuna.
    La Falcone lo attendeva nel punto in cui l'aveva lasciata, nessun cadavere ambulante non invitato nelle vicinanze.
    Giuseppe sorrise come all'incontro con una vecchia amante. Brontolò di autentica delizia mentre saliva in sella alla grossa monocilindrica rossa. Ripiegò il cavalletto, mise in moto con un unico colpo sul pedale di avviamento. Il rombo del motore da mezzo litro ruppe il silenzio. Giuseppe diede gas, salì di marcia dalla prima alla quarta in un unica progressione fluida. In pochi minuti l'Incubatrice era ormai alle sue spalle.
    Aveva
    decisamente bisogno di una doccia.


    ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------



    Sapeva che li avrebbe trovati lì. Di questi tempi, una vita è qualcosa di troppo prezioso per ignorarne la perdita. Non è soltanto un simbolo, è pura necessità di sopravvivenza.
    Giuseppe scaccia i pensieri negativi. Parcheggia il cavallo d'acciaio rosso come il peccato di fronte all'ingresso dell'ospedale.
    Non aveva perso tempo ad arrivare lì. Giusto il tempo di infilarsi qualcosa di pulito e sobrio. Per l'occasione la scelta è caduta su un paio di jeans più o meno immacolati e una camicia nera, maniche arrotolate sino ai gomiti.
    Smonta di sella e avanza deciso verso l'ospedale, la piccola automatica nella fondina al fianco destro oscilla lievemente ad ogni passo.
    Bionda era lì ad attenderlo, assieme all'enorme Umberto e ad alcuni pezzi grossi dell'Alveare. O'Connor compreso. Li guida per i corridoi, a perdersi dentro i meantri di una struttura antidiluviana.
    Il gruppo si arresta davanti a una porta scorrevole in metallo. Ogni cosa in quella zona è perfettamente tirata a lucido.

    Questa è la parte dell'Obitorio, spiega Bionda.
    Dobbiamo effettuare il riconoscimento del cadavere prima che avvenga la biopsia della parte precedentemente infettata.

    Il tono è quello sbrigativo e professionale di un'addetta ai lavori. Giuseppe non può fare a meno di apprezzare. I tre compagni entrano nella camera mortuaria. A un cenno di Bionda, due camici azzurri frugano in una cella frigorifera, ne producono un corpo. La salma del ragazzo.
    Giuseppe aveva svolto il compito con abilità, riflette amaramente. Il volto del ragazzo non tradisce sofferenza, e questo è quanto di meglio si sarebbe potuto fare in quelle circostanze.

    E' lui,certo...ma qualcuno conosceva almeno il suo nome?, è Umberto a interrompere il silenzio.
    Giuseppe risponde con un grugnito sommesso, in segno di diniego. Non ne avevano avuto il tempo. Non lo avrebbero avuto mai più. Nomi dimenticati, su liste cancellate. E' questo il destino ultimo dei sopravvissuti. La morte, l'oblio. Allontana quel pensiero con una smorfia. Non è il momento. Forse più tardi, alla Fatiscenza, di fronte a una bottiglia di quel diluente per vernici che si ostinano a chiamare acquavite.

    Umberto solleva un lembo del lenzuolo che copre il cadavere. La sua attenzione sembra attirata dal segno dei denti sulla sua gamba. La fissa pensieroso.

    Cosa bisogna fare con il braccio?, chiede infine. Si riferisce al trofeo recuperato da Bionda. Il braccio di un vagante colossale, invaso da un mucchio di strani rampicanti. Giuseppe ascolta distratto. La biologia non è mai stata il suo forte, mai stata nelle sue corde.

    Un intervento sostanzialmente inutile il mio, ma Giuseppe non è minimamente un biologo :P
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    I'm just a lie, a lie that allows you to live

    Group
    Superstite
    Posts
    653
    Reputation
    0
    Location
    Le profondità della mente umana

    Status
    GHOST
    Poteva sentire il rumore inconfondibile delle pale dell'elicottero mentre questo si avvicinava all'eliporto che si trovava a poca distanza dalla sua postazione di guardia, se era sicuro di una cosa era che ci doveva essere un motivo ben serio per portare in volo uno di quegli aggeggi, questioni di vita o morte per essere precisi. Decise di andare a controllare di persona quale fosse stata l'emergenza, magari avrebbe potuto aiutare in qualche modo al posto di rimanere li a non fare nulla se non annoiarsi a morte, ed una volta raggiunto l'elicottero la situazione era divenuta subito chiara, c'era stata una perdita nell'Alveare. Un'altra pensò tra se e se, le morti li dentro superavano di gran lunga il numero delle nascite, cosa che sarebbe potuta considerarsi come normale se non ci fosse il fatto che erano letteralmente l'ultima speranza di sopravvivenza per il genere umano. Alla fine il suo aiuto era necessario, serviva qualcuno che portasse il cadavere nell'Obitorio, non esattamente ciò che intendeva come aiuto ma si accontentò lo stesso, d'altronde qualsiasi cosa era più interessante che stare nella sua postazione a scrutare il paesaggio vuoto al di la delle mura. Quando fu all'interno della camera mortuaria lasciò che gli addetti li presenti si preoccupassero di sistemare il cadavere nella cella frigorifera che era stata preparata apposta, non aveva avuto occasione di sbirciare all'interno del sacco per corpi per capire chi fosse il deceduto e quindi decise di rimanere li intorno fino a che non fosse arrivato qualcuno per effettuare i test sul corpo. Passò più o meno una mezz'ora prima che arrivassero i compagni di missione del defunto ed anche alcune autorità dell'alveare, aveva fatto in tempo a tornare alla sua abitazione per cambiarsi in qualcosa di un po' più consono all'occasione rispetto alla sua uniforme da guardia, ben conscio che in quel contesto il rispetto era il minimo che si poteva offrire. Una volta che furono tutti presenti la ragazza fece un cenno agli stessi due addetti che avevano precedentemente sistemato il cadavere di aprire la cella in cui era contenuto, e quando tirano in avanti il carrello per far uscire il corpo un lampo di dolore si fa strada per un istante negli occhi di Andrew. No, non è possibile, non può essere morto, non lui. I pensieri si fanno confusi nella mente del ragazzo mentre il suo sguardo traccia ogni centimetro del viso del cadavere, ed una volta realizzato che la vista che gli è posta davanti è reale uno strano senso di calma lo pervade spazzando via il tifone di emozioni che fino a poco prima aveva preso il controllo del ragazzo. Riconosce fin troppo bene quel volto, tutte quelle serate passate alla Fatiscenza a bere ed quelle più tranquille sdraiati sotto il portico della sua abitazione a parlare del più e del meno come solo due amici possono fare, di tanto in tanto ci scappava anche qualcos'altro nel mezzo soprattutto quando erano troppo ubriachi per rendere conto delle loro azioni ma erano entrambi abbastanza consci del fatto che non sarebbe mai potuta essere una cosa seria. Quando uno dei suoi compagni di sventura chiese se qualcuno conoscesse il suo nome rispose immediatamente con un sommesso -James. Si chiamava James Redfield. La sua voce conteneva una punta di risentimento, come potevano aver assistito alla sua morte e non conoscere nemmeno il suo nome? Non avevano il diritto di soffrire per la sua perdita, non come ne aveva il diritto Andrew per lo meno, anche se non avrebbe versato lacrime o si sarebbe disperato, la sua vita sarebbe continuata comunque, leggermente più triste, ma non si sarebbe di certo fermata solo perché qualcuno che conosceva era morto, poiché ciò era già successo fin troppe volte e purtroppo Andrew alla fine ci aveva fatto l'abitudine.
     
    Top
    .
  5. |Hayley|
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Fece un cenno di diniego a Umberto, quando domandò a proposito del nome del defunto, ma qualcuno sembrava conoscere la risposta di quel quesito. Chinò leggermente la testa, scrutando l'interlocutore, imperscrutabile.
    "Lo conoscevi, dunque." Constatò, scrutandolo attentamente. "Sei qui per il riconoscimento anche tu?"
    Continuò, con tono indagatore.
    "Noi lo abbiamo conosciuto in circostanze non fortuite, e come tali si sono consumate. Nessuno di noi ha piacere in questo, come è ovvio."
    Lo sguardo tornò sul volto del compagno deceduto, e le sopracciglia si piegarono leggermente, a causa del rammarico provato.
    "Consoglianze."
    Prese fiato, tornando poi su Umberto, gesticolando leggermente, come ad enfatizzare la risposta.
    "Ho provveduto affinché il laboratorio si disponesse ad effettuare le dovute analisi.
    Potrebbe volerci molto, troppo tempo. Al momento, però, ho altri interessi da portare avanti: c'è da indagare un fatto in particolare e gradirei l'aiuto di una squadra, seppur esigua."
     
    Top
    .
  6. Argental
        +3   +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ah, gradiresti! Allargò la bocca in un ghigno beffardo quando Heike concluse la recita.
    Aveva ascoltato un espressione dialettare "particolare", una formulazione artificiosa ed imprecisa che lo divertí moltissimo. Si meravigliò di se stesso, ma non riuscì a trattenere una risatina, che soffocò sul nascere, sforzandosi inutilmente di rispettare l'etichetta.
    Lo faceva troppo divertire l'atteggiamento che aveva assunto la ragazza-attrice difronte il cordoglio, quasi teatrale, e l'autorità datasi nelle arie solenni e fatali che l'avevano investita successivamente.
    Ma fà sul serio? si domandò euforico.
    Pensò ad una soap-opera spagnola di basso livello e, preso come da una fulminea epifania, decise di soprannominarla "Dolores"!
    E - ovviamente- rise ancora, pensando poi che si impegnasse a interpretare un ruolo, ad essere cordiale e distinta, a cercare le giuste parole, ad assumere una certa sembianza...
    Rise apertamente, nel pieno della satira greca, rasentando il ridicolo e il grottesco, poiché aveva deciso -sconvenientemente- di posare la maschera, dopo una tale recita,e di mostrarsi per quello che era: un orso divertito!
    Si sforzò di continuare e, come per conversare, le rispose;
    <<dolores, e quale squadra gradiresti, seppur esigua?>> disse con una vistosa smorfia.
    Eppure, si menteneva come meglio riusciva, smorzando la sua espressione divertita e mutandola in semiseria.

    Non badò ad altro, rapito com'era dalla conversazione, afflitto dalla patologia sociale, contro ogni prassi.
    E Lí, in mezzo a serissimi uomini importanti, tra prognosi scientifiche e condoglianze, non potette che ridere sanamente di gusto e divertirsi, alienato da una smania ilariosa.

    Edited by Argental - 10/7/2016, 12:31
     
    Top
    .
  7. Ðante¹
        +2   +1   -1
     
    .

    User deleted


    James. Si chiamava James Redfield., interviene uno dei presenti, un giovanotto sui vent'anni. Alto e snello, con un che di effeminato.
    Lo conoscevi, dunque. Sei qui per il riconoscimento anche tu?, indaga Bionda.
    Noi lo abbiamo conosciuto in circostanze non fortuite, e come tali si sono consumate. Nessuno di noi ha piacere in questo, come è ovvio., breve pausa, come in cerca delle parole giuste.
    Condoglianze., dice infine, semplicemente.

    Ho provveduto affinché il laboratorio si disponesse ad effettuare le dovute analisi., Bionda torna a rivolgersi a Umberto.
    Potrebbe volerci molto, troppo tempo. Al momento, però, ho altri interessi da portare avanti: c'è da indagare un fatto in particolare e gradirei l'aiuto di una squadra, seppur esigua., conclude.
    Ah, gradiresti!, ghigna Umberto in risposta.

    Quello che succede dopo ha decisamente del surreale. Quell'atmosfera pesa, plumbea, si incrina fino a spezzarsi del tutto. Una farsa ai limiti del grottesco, apoteosi del nonsense allo stato più puro. Dopo un breve sforzo mal dissimulato per trattenersi, il gigante rossobarbuto scoppia in una fragorosa risata, prende fiato, ride nuovamente di gusto. Ogni mormorio nella stanza fredda cessa di colpo, cala un silenzio carico di imbarazzo, rotto soltanto dalle risa di Umberto.
    Dolores, e quale squadra gradiresti, seppur esigua?, interroga sornione. E giù altre risate.

    La stasi si interrompe. Come superato il punto critico, l'istrionismo di Umberto spazza via ogni residuo di contegno dai presenti. Senza ben comprendere cosa sia successo di così divertente, Giuseppe scoppia a ridere pure lui, seguito a ruota da tutti gli altri, autorità comprese. O'Connor in testa. Una seria ilarità, uno scoppio di risa liberatorie erutta da ogni gola presente.

    Come se non ci fosse un cadavere in mezzo a noi.

    Si, un cadavere che a breve inizierà a puzzare, se non quagliamo in fretta.

    E ancora vai di risate. Lacrime spuntano agli angoli degli occhi di Giuseppe, gli addominali iniziano a contrarsi dolorosamente per l'ilarità. Barcolla leggermente, si appoggia per riprendere fiato a un carrello carico di attrezzi chirurgici. Perde l'equilibrio, il fragore di bisturi, forcipe e segaossa che cadono a terra si perde nel frastuono generale.
     
    Top
    .
  8.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    I'm just a lie, a lie that allows you to live

    Group
    Superstite
    Posts
    653
    Reputation
    0
    Location
    Le profondità della mente umana

    Status
    GHOST
    Non riusciva a comprendere cosa stesse accadendo esattamente in quel momento, il clangore candido degli strumenti operatori caduti fungeva da accompagnamento a quel bizzarro concerto di risate ed i possessori di quelle voci sembravano essersi dimenticati del corpo che si trovava in mezzo a loro, spogliato di qualsiasi frammento di rispetto che sembravano avergli portato fino a quell'istante. Era una situazione piuttosto surreale, sembrava quasi di essere entrati in un quadro di Dalì, dove qualsiasi tipo di costrutto sociale sembrava divenire insignificante mentre il caos più puro prendeva il comando. Poteva sentire il sangue ribollirgli dentro, mettendo a fuoco ogni centimetro del suo corpo, il potere della rabbia era qualcosa di straordinario, se imbrigliato poteva fornire energia per continuare a lottare ma se lasciato libero si trasfotmava in un incendio in grado di farti perdere totalmente il controllo. Andrew non era solito perdere il controllo a causa della rabbia, aveva imparato nel tempo come usarla a suo vantaggio, ma in quel momento era consapevole di quanto poco gli mancasse per non riuscire più a contenersi, gli sarebbe convenuto lasciare la sala fino a quando non fosse riuscito a calmarsi almeno un po', non voleva certo rischiare di pugnalare qualcuno con il primo oggetto affilato che gli fosse capitato sotto mano, come quell'affilatissimo bisturi che si trovava a qualche spanna al di fuori della sua portata. Il movimento fu così veloce che si i presenti accorsero dell'accaduto quando sentirono lo stridio secco del bisturi mentre si conficcava nella parete metallica della sala, facendo piombare nuovamente i presenti in silenzio mentre si voltavano verso Andrew. -Beh direi che ora possiamo riprendere da dove avevamo interotto, se avete ancora bisogno di me sarò qui fuori ad aspettare. disse con tono canzonatorio con le mani congiunte di fronte a se e la testa leggermente inclinata a destra. E con la stessa calma con cui fece il discorso si girò e si diresse in direzione della porta scorrevole, una volta uscito si appoggiò sul muro li vicino, reggendosi su una sola gamba.
     
    Top
    .
  9. |Hayley|
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ilarità generale, bisturi contro un muro, la situazione era certamente sfuggita di mano.. solo non capiva il perchè.
    "È... divertente? "
    Il tono era piatto, un perfetto modo di smorzare un intervento così poco adatto di Umberto e, senza nulla togliere, alquanto imbarazzante.
    "Credevo che con la vicina fine del mondo gli standard del divertimento si fossero alzati esponenzialmente.
    Invece mi compiaccio del fatto che per alcuni lo scarso senso dell'umorismo sia in qualche modo proporzionale all'inadeguatezza del momento scelto per metterlo in atto.

    Ma l'importante è che almeno qualcuno, qui, si voglia fare una risata. Convengo lo si ritenga un attimo fuggente da cogliere in vista del peggio."
    Alzò le spalle, trattando quella conversazione come ciò che era di fatto: una sciocchezza.
    "Perdonate dunque il mio scarso umorismo, sono più capace con i formalismi che con le battute, ma a quanto pare riesco a essere comunque esilarante."
    Gli occhi furono rivolti agli altri, e una mano venne alzata, gesticolando leggermente.
    "In ogni caso, anche i pochi presenti in questa stanza vanno bene: alla fine non mi serve più che qualche persona in grado di dare protezione."
     
    Top
    .
  10. Argental
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    Il cambiamento repentino della situazione, prima follemente ilariosa, poi follemente drammatica, e infine seria, in una congestione di sentimenti folle a giudicarsi; confuse l'uomo al punto di inibirlo e per un attimo fu sorpreso da un senso di smarrimento e di inadeguatezza.
    L'ennesimo brivido alla schiena che,però, sembrava avere una natura diversa dai soliti, a turbarlo.
    Poteva guardarsi intono e constatare quanto fosse stato fuori luogo -molto probabilmente- dalle espressioni dei presenti oppure fissare lo sguardo verso il muro e cercare di ''andare avanti'' riacquistando la solita affettazione.
    E anche se si trattava della scelta più facile, colse l'opportunità fornitogli dalla biologa e voltò pagina con un semplice: bene, una missione da discutere in una sede più appropriata.
    la perfetta contraddizione firmata Umberto.
    Ma si calò nella posa in una tale autorevolezza da riuscire a convincere chiunque e non suscitare al alcun dubbio circa la serietà delle sue intenzioni; nonostante la surreale situazione gli causasse non poche risa.
     
    Top
    .
  11. Ðante¹
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    THUMP!

    E' il rumore di una botta vibrata sul muro, a frenare le risa generali. Un bisturi piantato con rabbia sulla parete, che ancora vibra di violenza repressa.

    Beh direi che ora possiamo riprendere da dove avevamo interrotto,
    è lo stesso ragazzo che ha riconosciuto a parlare. Il tono è quasi divertito, ma Giuseppe crede di indovinarci un certo risentimento dietro.
    se avete ancora bisogno di me sarò qui fuori ad aspettare.

    E detto questo, gira i tacchi ed esce dalla stanza.

    E'... divertente?, commenta Bionda, in un tono che, al solito, non tradisce emozioni.
    Credevo che con la vicina fine del mondo gli standard del divertimento si fossero alzati esponenzialmente.
    Disapprovazione, in lei. Una professoressa contrariata di fronte alla classe-problema del liceo.
    Invece mi compiaccio del fatto che per alcuni lo scarso senso dell'umorismo sia in qualche modo proporzionale all'inadeguatezza del momento scelto per metterlo in atto.
    Ma l'importante è che almeno qualcuno, qui, si voglia fare una risata. Convengo lo si ritenga un attimo fuggente da cogliere in vista del peggio.


    Giuseppe rotea gli occhi insofferente, reprime l'istinto di farle il verso. Tutti, attorno a lui, riprendono lentamente un atteggiamento più composto, più consono alla veglia di un cadavere.

    Insomma, riprendiamo a comportarci da adulti, su.

    Perdonate dunque il mio scarso umorismo, sono più capace con i formalismi che con le battute, ma a quanto pare riesco a essere comunque esilarante., Bionda conta i presenti con gli occhi.
    In ogni caso, anche i pochi presenti in questa stanza vanno bene: alla fine non mi serve più che qualche persona in grado di dare protezione.

    Bene, una missione da discutere in una sede più appropriata., replica il nuovamente serio Umberto.

    Giuseppe annuisce in segno di approvazione.
    Beh, tanto non avevo comunque nulla da fare, per cui conta pure su di me, conferma.
    E se è tutto, io tolgo il disturbo. Sapete dove trovarmi.

    Alla Fatiscenza a mettere alla prova il mio fegato...

    Giuseppe cammina con calma, varca la porta. Saluta con un cenno del capo il giovanotto in attesa fuori, i suoi passi echeggiano nel corridoio mentre si allontana verso l'uscita.
     
    Top
    .
  12.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    I'm just a lie, a lie that allows you to live

    Group
    Superstite
    Posts
    653
    Reputation
    0
    Location
    Le profondità della mente umana

    Status
    GHOST
    Il sangue gli ribolliva nelle vene, poteva sentirne il calore ovunque mentre nella sua mente si facevano strada pensieri alquanto oscuri. Senza nemmeno rendersene conto sferrò una piccola scarica di pugni sul muro, disperdendo definitivamente quella rabbia che conservava insieme ad un po del suo sangue. Osservò la sua mano attentamente aprendola e richiudendola un paio di volte, mentre il liquido vermiglio fuoriusciva dalle sue nocche distrutte, quasi non sentiva il dolore, era fin troppo abituato a vedere la sua mano in quelle condizioni quando non riusciva a controllarsi. Dopo essersi assicurato di non averla danneggiata oltre il punto di non ritorno si mise a frugare nel taschino della sua giacca alla ricerca di una sigaretta, totalmente incurante delle regole vigenti in quel posto, d'altronde si trovava nell'ala adibita a mortuario ed era improbabile che del fumo avrebbe potuto infastidire un cadavere. Una volta recuperato anche l'accendino accese la sigaretta controllando che nessuno fosse nei paraggi per dargli fastidio, era un rituale ben consolidato nel tempo quello che stava eseguendo, uno dei pochi modi con cui riusciva ad eliminare qualsiasi tipo di emozione indesiderata e far ritornare la sua mente stabile. Sentì una persona schiarirsi la gola, si girò verso la direzione del rumore e vide un infermiere che lo fissava con sguardo serio dal corridoio indicando la sigaretta che Andrew stava tenendo in bocca con un dito, il ragazzo rispose roteando gli occhi per poi spegnere la sigaretta e gettarla in un cestino li vicino, dopo averlo visto l'infermiere se ne ando dalla direzione da cui era arrivato. Andrew borbottò un insulto sottovoce, infastidito dal fatto che non era riuscito ad arrivare nemmeno a metà della sigaretta, per poi riposizionarsi nello stesso modo di quando era arrivato, assicurandosi di nascondere la mano ferita in una tasca della sua giacca, non voleva di certo che qualcuno la vedesse e insistesse per rimettergliela a nuovo, non voleva passare un secondo di più del necessario in quel posto e poi era perfettamente in grado di medicarsela da solo, stava solo aspettando che coloro che erano ancora all'interno della stanza uscissero per potersene andare senza dare l'impressione di essere scortese, cosa che non gli sarebbe interessata minimamente normalmente, ma visto che si stava parlando di cariche piuttosto alte all'interno dell'Alveare e aveva praticamente lanciato un bisturi addosso ad un muro qualche minuto prima voleca cercare di tamponare il più possibile il danno che aveva fatto dato che non ci teneva a sorbirsi altri turni di guardia alla zona sud della cinta muraria. Appena udì le porte aprirsi Andrew alzò il capo per vedere un un compagno di missione di James camminare con una calma quasi innaturale verso l'uscita dopo avergli rivolto un cenno di saluto, finalmente uscirono dalla sala anche il resto delle autorità lasciando all'interno solo gli altri due compagni di sventura del defunto. Decidendo di aver aspettato abbastanza Andrew iniziò ad incamminarsi verso l'uscita con una lentezza inaudita, voleva godersi gli ultimi minuti di lucidità prima di raggiungere la Fatiscenza dove era sicuro che si sarebbe sbronzato al punto che ne avrebbe sentito gli effetti anche nei giorni successivi.
     
    Top
    .
11 replies since 26/6/2016, 09:54   212 views
  Share  
.