Liberty Island

Scontro mortale

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    Ci sono pugnali nei sorrisi degli uomini

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    Non si uccide per la libertà ma chi lo fa non sbaglia

    Un tempo esisteva qualcosa che aleggiava sul mondo con forza sovrumana. Una distruttrice pesante ed ingombrante cui nessuno poteva sottrarsi. Era il controllo della società a rendere gli uomini liberi fino ad un certo punto. Ove ci sono regole l'uomo è realmente libero e sicuro entro i confini della propria società.
    La legge che viene guidata dalla morale è universale all'interno di un dato contesto e viene rispettata e lodata da tutti, ecco perché in fondo la nuova Liberty Island è la colonia.
    L'unica isola felice, un posto dove gli umani possono esercitare loro stessi e vivere secondo le regole che si sono dati per proteggere ciò che amano. Non sono ammesse trasgressioni alla legge, perché la pena è essere espulsi ed andare a vivere in quel mondo caotico che esiste oltre i cancelli dell'Hive.
    Irvine quella mattina era al cancello nord, quello che dava sulla landa dei cigni. Aveva dato appuntamento li alla nuova soldatessa Reira, appena reclutata tra i fieri ranghi dei protettori.
    Il comandate attendeva che la soldatessa di origini nipponiche si presentasse come previsto per dare inizio alla sua prima missione da protettrice. Inutile dire che Irvine era arrivato largamente in anticipo rispetto all'appuntamento, ma non era assolutamente ansia la sua di svegliarsi presto.
    Il suo fisico aveva bisogno di soltanto 4 ore per riposare in maniera completa e riprendere le energie. Senza parlare del fatto che le ferite che si era procurato l'altro giorno erano già completamente guarite, tant'è che non aveva avuto bisogno nemmeno di una bendatura o altro.
    Si voltò verso le case dell'Hive dando le spalle al cancello di ferro chiuso e sorrise nel vedere chi stava giungendo verso di lui.
     
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  2. ~Ross
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    Parlato Pensato Narrato



    Quella notte aveva dormito come un ghiro, dopo che suo fratello l'aveva apprensivamente riempita di bende facendole assumere il buffo aspetto di una mummia dai capelli rossi. I tagli non le bruciavano più, ma la pelle prudeva e tirava per via della rapida cicatrizzazione a cui i tessuti erano stati sottoposti dallo strano farmaco che le avevano somministrato in ospedale. La sveglia l'aveva costretta a rotolarsi fuori dal suo futon e ad alzarsi controvoglia. Si era tolta i bendaggi che le ostruivano i movimenti e si era infilata dei vecchi jeans scuri, un maglione rosso e una giacca di pelle nera, sapendo che la meta che l'attendeva era la gelida Landa Dei Cigni. Il grasso sottocutaneo sviluppato grazie al dna della tigre le avrebbe permesso di resistere al gelo senza troppi strati di vestiario indosso. orse al cancello Nord, notando che Irvine la stava già attendendo con un sorriso. Si fermò davanti al giovane riprendendo aria e lo salutò ricambiando il sorriso.
    Buongiorno Irv- ehm, Capitano.
    I Giapponesi erano soliti usare gli onorifici quando si rivolgevano agli altri, ma Reira faceva ancora fatica ad abituarsi all'idea di avere un superiore e di essere parte di un team, perciò, una volta entrata maggiormente in confidenza col giovane, le capitava di dimenticare il titolo che questo portava.
    Chiedo scusa per il ritardo, è molto che aspetti?
     
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    Tutto ciò che ha un prezzo in realtà non ha valore

    Reira Akai salutò Irvine anche se sembrava molto a disagio, e probabilmente non era colpa della missione. Non riusciva a staccarsi dalle sue tradizioni, era più forte di lei. Quando gli chiese se fosse in ritardo lui alzo due dita come per fermarla e farle comprendere che non avrebbe dovuto dire altro. Dopo tutto non gli interessava l'orario, Irvine non le aveva dato disposizioni a riguardo, sarebbe potuta arrivare anche all'alba per quel che gli interessava, la prima virtù di un soldato doveva essere la pazienza, ma non si perse in spiegazioni futili.
    In ogni caso ad Irvine non interessava veramente come la giapponese, dai bei capelli rosso fiamma, lo chiamasse, l'importante era che assolvesse i propri compiti.
    Molto bene Reira, lasciamo da parte ciò che non concerne la missione. Il nostro scopo di oggi prevederà l'addentrarci nella Landa dei Cigni. Prima che l'infezione riducesse il mondo ad un inferno, questa zona era abitata e ben riscaldata, oggi invece è una landa sterminata ed incompatibile con la vita, ove però si trovano molti relitti e scorte di vario genere. - concluse Irvine accigliato - L'obiettivo di oggi è recuperare kerosene da vecchio aereo civile che abbiamo individuato qualche giorno fa.
    Irvine diede l'ordine di aprire i cancelli e poi si avviò oltre i battenti d'acciaio insieme alla sua compagna, quando le porte si richiusero dietro di loro i due iniziarono a camminare da soli su una strada in terra. In lontananza una coltre bianca iniziava a ricoprire il suolo.
    Mentre raggiungevano lo sterminato deserto innevato, salendo sempre più su strade dalla pendenza rigida, Irvine si rivolse a Reira parlandole come se avesse interesse a sapere di più su di lei.
    Sei molto legata alle tradizioni del tuo popolo non è vero?
    Le chiese osservandola di sottecchi con un occhio azzurro, in effetti, ora che ci faceva caso, sembrava che Reira fosse veramente molto bella, proprio come una tipica orientale.
     
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  4. ~Ross
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    Parlato Pensato Narrato



    Il ragazzo dagli occhi azzurri le aveva fatto cenno di non scusarsi ulteriormente, e Reira lo apprezzò, dal momento che alzarsi la mattina presto era per lei un sacrificio quasi impossibile da chiedere. La loro missione, le aveva ricordato il giovane, consisteva nel recuperare del kerosene da un aereo civile atterrato nel mezzo dei ghiacci della desolata landa dei cigni. Non riusciva davvero a credere che un posto così inospitale fosse un tempo abitato da forme di vita.
    D'accordo, procediamo, allora.
    La strada che portava alle distese ghiacciate era ripida e in salita, ma sapeva che le sue gambe l'avrebbero ringraziata per l'esercizio a cui erano sottoposte quotidianamente. All'orizzonte, mentre il sole faceva pallidamente capolino dalla fitta coltre di nubi che copriva il cielo, una vastissima distesa bianca si stagliò davanti ai loro occhi, mentre la temperatura andava sensibilmente diminuendo man mano che procedevano.
    CITAZIONE
    Sei molto legata alle tradizioni del tuo popolo, vero?

    Era stupita da tutto l'interesse che Irvine sembrava mostrare nei confronti della sua storia, in un mondo del genere si tendeva a pensare più a se stessi che agli altri e non le era mai capitato che qualcuno si interessasse tanto al suo retroterra culturale. Oltretutto il giovane la osservava sottecchi, quasi non avesse mai visto una ragazza così da vicino e sembrava immerso in una serie di riflessioni.
    E'sin troppo evidente, vero? Non posso farci niente, sono stata educata nell'antica e nobile disciplina del kendo sin da bambina e mio padre mi ha insegnato a nutrire un profondo attaccamento per le mie radici culturali. Penso che il mio Giappone morirebbe definitivamente se io o mio fratello smettessimo di mantenere vive le sue tradizioni. E' un po'sciocco, vero?
    Rispose finalmente passandosi distrattamente una mano nei capelli e osservando con interesse il giovane accanto a lei.
     
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    Dignità non svendo, più ricchi fuori più poveri dentro, chiamo il diavolo, Dio ce l'ha sempre spento

    Mentre la giovane raccontava il capitano Irvine muoveva lo sguardo lungo il territorio innevato e tendeva le orecchie in ascolto. La landa dei cigni era nota per essere un territorio inospitale alla vita, fosse essa comandata dall'infezione mortale o meno. In breve le temperature calarono vertiginosamente.
    Sciocco dici? La incalzò il protettore e dentro di sé si chiese cosa realmente fossero quelle tradizioni che gli umani difendevano con tanto ardore e testardaggine. Le tradizioni erano positive, perché mostravano un mondo diverso, qualcosa a cui chi non vi apparteneva poteva studiarle e rimanerne affascinato. D'altronde molto spesso quelle differenze portavano a discriminazioni, odio e guerre, era una doppia lama, ma l'ago della bilancia tendeva più per la negatività delle tradizioni.
    Già, lo è molto. Le disse impassibile fermandosi tutto d'un tratto. Si volto verso di lei e fece come per venirle incontro riducendo la distanza tra loro. Nel suo sguardo di ghiaccio non era possibile intuire se avesse intenzioni bellicose o pacifiche, non sembrava puramente un essere umano.
    Gli uomini sono opportunisti, Reira, hanno utilizzato le tradizioni per distruggere i loro stessi simili, come pretesto per combattersi e soddisfare la loro sete di autocoscienza. Nel corso del tempo loro stessi le hanno modificate in base alle loro convenienze ed alle classi sociali che emergevano in quel determinato periodo storico. Se l'uomo avesse seguito le proprie tradizioni fino in fondo adesso scambierebbero ancora cammelli in cambio di donne.
    Quando terminò l'ultima frase del discorso si era avvicinato talmente tanto a Reira da aver coperto quasi una distanza di intimità tra loro. Poi inaspettatamente porse le mani con i palmi rivolti all'insù e guardò Reira negli occhi.
    Dammi le mani per piacere.
    In breve iniziò anche a nevicare, mentre ormai i loro stivali già iniziavano ad affondare nella neve anche se ancora poco, ma la situazione sarebbe peggiorata strada facendo. Cosa avesse in mente Irvine non poteva ancora saperlo.
     
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  6. ~Ross
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    Parlato Pensato Narrato



    Il capitano si fermò improvvisamente, attirando la sua attenzione. Si avvicinò con studiata lentezza, fissandola impassibile. Cosa aveva destato di così particolare la sua risposta? Oltretutto avere qualcuno che non fosse suo fratello Kenta così vicino a lei la metteva a disagio, tutti nell'Alveare lottavano per sopravvivere e molti di loro avrebbero potuto polverizzare Reira in un attimo se l'avessero voluto. Era per questo che non poteva fidarsi di nessuno se non di se stessa e di colui che era sangue del suo sangue. Si irrigidì, mentre il giovane dagli occhi di ghiaccio le spiegava come le tradizioni a cui lei era tanto legata fossero uno dei tanti modi con cui gli uomini trovavano per volgere il mondo alla propria mercé. Eppure quel discorso non le pareva avesse molto senso, quando del mondo che loro conoscevano non era rimasto che un ristretto gruppo di persone dal background diverso. Avrebbe voluto controbattere, spiegare che le tradizioni in una situazione simile aiutavano a non perdere la propria individualità, ma l'eccessiva vicinanza di Irvine le aveva provocava tensione. Nessun uomo, a parte suo fratello, poteva avvicinarsi così tanto a lei senza essere punito. E quel coreano da strapazzo ne era stato la prova vivente. Tuttavia il freddo, che tanto richiamava il singolare colore degli occhi di quel ragazzo, sembrava averle intorpidito il cervello. Un candido fiocco di neve si poggiò sulla punta del suo naso.
    CITAZIONE
    Dammi le mani per piacere.

    Quella richiesta le sembrava quasi fuori luogo. Che cosa voleva da lei quel ragazzo così strano ma nel contempo interessante? Lo guardò nel viso non molto distante da lei, ma non vi scorse nessuna emozione. E questo la turbò ancor più di prima. Non sembrava malintenzionato, ma non poteva neanche dire con certezza che non avesse intenzione di fare nulla di strano. Indietreggiò esitante di un passo, non interrompendo però il contatto visivo con Irvine. Sospirò, mentre una nuvoletta di vapore bianco si dissolveva nell'aria e pose le piccole mani in quelle assai più grandi del giovane, mantenendo all'erta tutti i sensi mentre i suoi occhi verdi cercavano di sostenere quelli grigi dell'altro. Doveva imparare a fidarsi dei suoi compagni di squadra, ma non doveva nemmeno abbassare la guardia troppo facilmente, dopotutto quel ragazzo non era Kenta.
     
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    Falsi leader, non possono giudicarci, delle tue bugie noi non sappiamo che farci

    Reira sembrava sbalordita, e forse anche intimidita. Irvine non ne capiva la ragione, ma forse perché il protettore non capiva gli uomini. Li aveva sempre visti forti dentro e deboli fuori, nei momenti di difficoltà il loro istinto gli diceva di alzarsi e combattere, ma nella vita di tutti i giorni erano come gattini indifesi ai quali erano state spuntate le unghie.
    Non si fidavano dei loro simili, né altrettanto di coloro che all'apparenza lo erano. La bella giapponese fece un passo indietro, come a voler rimarcare una distanza di sicurezza tra loro. Un sistema un sicurezza ben congegnato eppure i suoi occhi erano fissi su Irvine, quasi volessero rapirlo e portarlo via con loro.
    Reira, infine, si fidò. Appoggiò le mani su quelle di Irvine e lui le regalo un flebile sorriso le strinse dolcemente. Erano lisce e vellutate, c'erano pochi calli a differenza delle sue, ruvide e possenti.
    Adesso sentirai pervaderti da un'energia calda, non avere paura. E' necessaria perché tu sopravviva la fuori.
    La premessa era stata fondamentale. Ricordava bene l'ultima volta che era stato nella Landa dei Cigni poco prima della sua partenza, quando aveva provato a riscaldare il corpo di Calandra quella aveva reagito in maniera brusca. In effetti prima di abituarcisi l'energia dell'aura era come una piccola scossa, un qualcosa di estraneo al corpo.
    In breve il corpo di Irvine venne inondato dall'energia azzurra. Inizialmente Reira avrebbe visto soltanto la classica distorsione dell'aria intorno al suo corpo. L'aura iniziò ad avvolgerle le mani.
    Calma. Non avere paura.
    Le ripeté Irvine che non aveva staccato ancora gli occhi dai suoi. L'energia avvolse le mani ed i polsi poi rapida iniziò ad inondare il corpo. Una sensazione di calore intenso avrebbe pervaso la donna, come se due coperte giganti l'avessero avvolta insieme. In quel momento lei poté vedere la vera natura dell'aura.
    L'energia azzurra che circondava i loro corpi. Quando ebbe terminato di trasferire l'energia, ritenendola abbastanza, divise con cautela le mani da lei.
    Ora ti sentirai strana per un po'. Irvine sperò che tutta quella energia non la facesse svenire, era normale sentirsi intorpiditi. Dopo qualche secondo le strinse le spalle con le mani e la guardò ancora intensamente con gli occhi che, almeno in parte, esprimevano una sorta di preoccupazione.
    Stai bene?
     
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  8. ~Ross
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    Parlato Pensato Narrato



    Quando le sue mani furono tra quelle possenti del giovane questo le regalò un debole sorriso di incoraggiamento, stringendo con inaspettata dolcezza la presa attorno ad esse. Sembravano le mani di una bambina tra quelle di un gigante, e il pensiero la intenerì, portandola a rilassare un po' i muscoli. Trovava estremamente imbarazzante essere così piccola per la sua età: tutti faticavano a credere che fosse una combattente e vedevano in lei una dolce signorina da difendere. I tempi delle donzelle da difendere erano passati, e Reira aveva fegato, e in missione era stata capace di dimostrarlo. In effetti uno degli aspetti positivi del giovane davanti a lei era il fatto che questi non sembrava aver minimamente dubitato che lei fosse un soldato, anzi aveva istantaneamente visto del potenziale in lei. Ma aveva la sensazione che Irvine non fosse poi un ragazzo così comune, anche se di normale in un qualunque abitante dell'Alveare c'era ben poco.
    Il giovane la avvertì che si sarebbe sentita invadere da un'energia calda ma a lei estranea, e Reira capì che probabilmente avrebbe utilizzato quella strana energia di cui aveva fatto uso in battaglia. Se avesse avuto problemi a causa del freddo sarebbe stata d'intralcio per la missione, e non aveva alcuna intenzione di essere un peso, ne andava del suo orgoglio di guerriera, perciò, anche se con un minimo di ben celata diffidenza, lasciò che quel ragazzo portasse a compimento le sue intenzioni. In pochi istanti l'aria attorno ad Irvine si distorse, come se scaldata da una potentissima fonte di calore, e una leggera scossa elettrica pizzicò le sue mani, strappandole un suono di sorpresa.
    CITAZIONE
    Calma. Non avere paura.

    Il ragazzo la guardava intensamente negli occhi, sul suo volto non c'era nessuna particolare espressione, ma era certa che l'intento del giovane fosse quello di tranquillizzarla. Scioccamente si sentì la guance scaldarsi sotto l'intensità di quello sguardo. Sciocca Reira, non sei la protagonista di uno shoujo, i guerrieri non arrossiscono. Si ammonì mentalmente.
    I suoi pensieri furono interrotti da un piacevole tepore che invase ogni fibra del suo corpo. Era una sensazione decisamente strana, posta al sottile limite tra sgradevole e gradevole. Le ricordava il calore degli abbracci di suo fratello, ma c'era qualcosa che la rimandava all'atteggiamento distaccato del suo superiore, era azzurro, come il colore che assumevano gli occhi di quel misterioso ragazzo in battaglia. Irvine lasciò andare con delicatezza le sue mani, per poi posare le sue sulle sue spalle, quasi a volerla sostenere.
    CITAZIONE
    Stai bene?

    Era preoccupazione quella che vedeva nello sguardo del giovane che era solitamente così impassibile? Che qualcosa fosse andato storto? Si sentiva strana, la testa era leggera e l'aria circostante sembrava essersi mitigata notevolmente, nonostante le condizioni atmosferiche stessero nettamente peggiorando.
    Sto... bene. Mi gira solo un po'la tes...
    Le sembrava di aver avuto quasi un colpo di sonno, ma il suo senso dell'equilibrio aveva vacillato quanto bastava perché il suo corpo cedesse alla forza di gravità, spingendola a cadere davanti.
     
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    Come può essere tutto permesso? Dio non esiste e il mio pianeta è il cesso dell'universo

    Irvine sapeva il rischio che stavano correndo. Tutto avrebbe voluto ma non che morissero in una tormenta di neve, cosa che senza il suo particolare potere sarebbe stato quasi scontato. Non a caso nemmeno gli infetti, che erano appunto simili a non morti e quindi potevano sfruttare la cosa per non sentire gli sbalzi di temperatura, si addentravano in quell'inferno di ghiaccio e neve.
    Il trasferimento di potere sembrava aver stordito Reira, si sapeva che il potere altrui rischiava addirittura di essere rigettato ma non sembrava il caso della soldatessa giapponese.
    Quando lei rispose alla domanda del protettore cadde in avanti, Irvine fu costretto a trasformare la prese alle spalle in un abbraccio per sostenerla. Lentamente si calò per farla sdraiare ed adagio la portò a terra. Quel contatto era stato gradevole e caldo, si sorprese a pensare che fosse così simile a quello che aveva avuto con Calandra, ma anche li vi era una certa diversità.
    La ragazza dai capelli in fiamme sembrava essere cosciente, e questa era una consolazione ben più importante, così si decise a sostenerle la testa mentre le gambe erano adagiate al suolo.
    Non aver paura, è normale che ti senta strana. Ho dovuto trasferire in te abbastanza energia per poter affrontare il viaggio d'andata e di ritorno, quindi il corpo ha subito uno sbalzo.
    Ricordava quando Calandra al contatto con la sua aura non aveva battuto ciglio, se non per quel momento di spavento dovuto alla scossa iniziale, in effetti lei era forte ed inoltre Irvine non le aveva lasciato tantissimo potere, con Reira aveva dovuto procedere in maniera differente.
    Le aveva messo il braccio sotto la testa come a sostenerla mentre con l'altra mano le stringeva delicatamente il braccio. Attese paziente che si abituasse a quel potere, quel flusso così mellifluo e deciso che le attraversava il corpicino. Era una donna forte ma questa era una caratteristica del suo animo, in effetti anche in battaglia sfruttava molto la sua agilità. La potenza non sembrava appartenerle, e questo avrebbe reso la convalescenza da trasferimento molto lunga. Irvine aveva bisogno del suo aiuto per quella missione.
    Reira, il tuo corpo si sta adattando all'energia. Non fare resistenza, lascia che scorra dentro di te.
    Irvine la guardava con un ciglio di preoccupazione, che parlando di lui era cosa alquanto strana, la giovane soldatessa che in breve era riuscita ad entrare nelle sue grazie. Aveva coraggio, questo andava detto.
     
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  10. ~Ross
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    In quel brevissimo istante in cui vide tutto buio, anziché affondare nel gelido strato di neve che ormai ricopriva il suolo, si imbatté in qualcosa di più soffice e caldo, qualcosa che scoprì essere l'abbraccio di Irvine. Era così piccola che quasi spariva tra le braccia del suo superiore. Il giovane l'aveva sostenuta e poggiata in terra con la stessa delicatezza con cui qualcuno avrebbe trattato una bambola di porcellana assai fragile. Le faceva piacere che il ragazzo la trattasse con tanta gentilezza, ma nel contempo sentiva la necessità di rimproverarsi, perché da bravo soldato avrebbe dovuto sopportare fatiche ben maggiori di un semplice passaggio di energia. Si appuntò mentalmente che avrebbe dovuto fare allenamento per potenziare il suo fisico, perché uno spirito forte e sano come il suo aveva bisogno di un corpo altrettanto in forma per non essere d'intralcio durante le missioni. Irvine le resse la testa con un braccio, mentre le stringeva con delicatezza un braccio. Era perfettamente cosciente, ma avrebbe dovuto rilassarsi se avesse voluto che la misteriosa energia trasmessale dal giovane facesse il suo dovere. Fece un breve cenno col capo e chiuse nuovamente gli occhi, prendendo profondi respiri. La sensazione di calore iniziò a diffondersi leggera in ogni arto del suo corpo. Provò a muovere le dita della mano destra, che le risposero senza indugi. Riaprì lentamente gli occhi verdi, incontrando quelli grigi e velati di una leggera preoccupazione di Irvine e posò la mano su quella che il giovane teneva attorno al suo braccio, scoprendo i denti bianchi in un sorriso sincero.
    Grazie per avermi retta, Irvine. Credo di riuscire ad alzarmi, adesso.
    A quanto pare non tutti gli uomini erano scorbutici come quel Kwon e i modi gentili del suo superiore avevano rapidamente conquistato la sua fiducia.
    Fece leva su una gamba per poi tirarsi su con l'aiuto dell'altra: si sentiva ancora un po'intorpidita, ma la situazione non sarebbe migliorata se fosse rimasta ferma. Rivolse un altro leggero sorriso al giovane. Se acconsenti, direi che potremmo procedere.
    Avevano perso fin troppo tempo a causa sua, era ora di dimostrare di essere un soldato.
     
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    Il mondo non è razzista a meno che non sia moro, non è classista a meno che non sia senza lavoro, non è sessista a meno che non sia un uomo.

    Irvine aveva acconsentito a donare il proprio potere a Reira. La giapponese sembrava essergli grato nonostante tutto sembrava realmente spossata da tutta quell'energia, ma non si arrese. Finalmente era riuscita a mettersi in piedi, aveva toccato la mano che Irvine le aveva posato sul braccio. Da quella emanava un insolito calore molto familiare e quasi il contatto sembrava benefico.
    Infine si alzò avendo deciso che di aver poltrito abbastanza. Irvine la ammirò mentre cercava di mettersi in piedi.
    Il permesso è accordato. Disse alzandosi a sua volta ed incrociò le braccia aspettando che lei si ristabilisse sulle gambe e fosse sicura di poter proseguire.
    Ho fatto bene a darle il mio potere, sono orgoglioso di questa scelta.
    Quando Reira sembrò di nuovo reggersi in piedi ed essere in grado di camminare i due proseguirono. La neve si faceva sempre più alta man mano che i due protettori salivano verso il sentiero montuoso. Gli stivali affondavano nella neve ormai fino agli stinchi e sembravano ormai diversi minuti che camminavano.
    L'aura li teneva al caldo, per Reira doveva essere una strana sensazione, affondare i piedi nella neve e non sentire freddo. Di li a breve iniziò una pesante nevicata, ed il suo proseguo non pareva promettere nulla di buono.
    Va tutto bene? Le chiese cercando si accertarsi che la rossa riuscisse ancora a mantenere il passo. Fortunatamente sembrava quasi totalmente essersi adattata all'energia.
    La locazione dell'aereo caduto qui più o meno 4 anni fa dovrebbe essere all'incirca oltre questa valle. Disse Irvine indicandole un ampio sentiero innevato. Ovviamente è passato molto tempo, quindi probabilmente l'aereo sarà ricoperto di neve, dovremmo trovarlo e poi successivamente provare a recuperare quanto più carburante possiamo.
    Il capitano dei protettori condusse la sua nuova compagna attraverso la valle. Le due aure si intensificarono quando la neve iniziò a cadere più forte sulle loro teste. Il vento sferzava e colpiva tutto ciò che trovava. La vallata era ampia e quindi le correnti erano molto forti, le asce che Irvine teneva attaccate alla cintura battevano contro le cosce in maniera quasi frenetica.
    Hai visto niente?
    Chiese dopo qualche minuto, ma il capitano non era riuscito a scorgere nulla, nessuna irregolarità.
     
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  12. ~Ross
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    Il gelido vento di Bora sferzava l'ampia vallata, mentre la neve raggiungeva ormai i loro stinchi. Peccato, che, così combinati, nessuno di loro sembrasse soffrire minimamente il gelo di quel posto così brutalmente inospitale. Davanti a loro si stendeva solo un'immensa distesa bianca, nella quale era pressoché impossibile scorgere qualcosa a meno che non fosse estremamente vicino. Infatti, assieme alla neve che cadeva imperterrita dal cielo, a limitare la visuale c'era anche quella alzata dalle forti raffiche di vento, che in quello spazio piano non trovava alcun ostacolo alla propria furia. Eppure l'aereo doveva essere da quelle parti, sepolto sotto la neve, certo, ma doveva esserci.
    Camminarono per un altra decina di minuti, mentre l'unico rumore udibile oltre all'ululare della Bora era l'incessante tintinnio delle asce del giovane capitano. Nessuno dei due scorgeva niente, e con quelle pessime condizioni meteorologiche neanche la sua sviluppata vista di felino poteva fare molto.
    Irvine, la visuale è pessima. Se continuiamo di questo passo non troveremo mai quello che cerchiamo. Disse Reira distogliendo lo sguardo dal paesaggio per rivolgerlo al giovane dai capelli biondi. Dovremmo cercare qualcosa di anomalo nella forma della neve, ma la vista non ci aiuta e non possiamo scavare a tentativi nella neve. Hai qualche idea?
    La situazione sembrava essere giunta ad un vicolo cieco, ma Reira non aveva intenzione di arrendersi. Da quando era giunta all'Alveare non era mai venuta meno ai propri compiti e quella di certo non sarebbe stata un'occasione per farlo, era un soldato e aveva una missione da portare a termine.
    Dovessi rimanere qui fino a domani e gelare fino alla punta dei capelli, io troverò quello stramaledetto aereo.
     
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    Dicono che chi pensa, soffre di più quindi la lacrima è più densa

    I due protettori sembravano non avere molte idee. Trovare un aereo, seppur molto grande, in quella immensa distesa innevata era come trovare un ago in un pagliaio. Fortunatamente Irvine aveva una soluzione a portata di mano.
    Avrei preferito evitare, ma pare non ci resti scelta. Il comandante aveva con sé uno zaino lo mise a terra e ne tirò fuori due oggetti che sembravano delle piastre. Ognuna di esse aveva un manico ed era di forma circolare, non molto grandi ed abbastanza comode da maneggiarle con una sola mano.
    Questi sono metal detector di ultima generazione. Anziché essere ingombranti come i loro predecessori usati per scovare le mine questi possono essere maneggiati come delle torce. Lo punti verso il terreno e quando trova oggetti metallici suona. Può individuare oggetti a profondità di 30 metri.
    Irvine sapeva che lo strato di neve era molto più profondo e che infatti al primo passo falso uno dei due si sarebbe potuto ritrovare sotto cento metri di neve.
    Speravo di poter individuare prima il velivolo. Disse porgendo il metal detector a forma di torcia a Reira. Ma pare che non abbiamo scelta, dovremmo perdere molto tempo quindi l'energia che ti ho trasmesso potrebbe non bastare. Ricordati, stiamo camminando su diversi metri di neve, è possibile che in alcuni punti non si sia formato del ghiaccio sotto la superficie quindi potremmo cadere. Misura bene i tuoi passi, anche se sprofondassi non moriresti di freddo a causa dell'energia, ma in ogni caso devi avvisarmi. Se inizi a percepire anche la più leggera brezza sulla pelle vieni immediatamente da me, e se trovi l'aereo prima di me dovrai avvisarmi.
    Irvine valutò bene il campo, era ampio, ci saranno volute delle ore per esplorarlo tutto.
    L'aereo è sicuramente qua. si disse.
    Controllerai il lato sinistro, io quello destro. Percorri 150 metri in avanti poi dirigiti verso l'interno in diagonale, ci incontreremo la per fare rapporto. Se trovi qualcosa non fermarti, prosegui nella direzione indicata in ogni caso.
    Irvine stava per proseguire senza ascoltare la risposta, ma si fermò tornando a guardare il viso della nipponica dai capelli rossi. Quelle fiamme sembravano vive e bellissime.
    E' una missione di recupero, non ho bisogno di un martire quest'oggi.
    Detto questo accese il metal detector iniziando le ricerche.
     
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  14. ~Ross
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    Parlato Pensato Narrato



    Il suo superiore era una persona dalle mille risorse, lo dimostrava il fatto che nel suo zaino avesse portato addirittura due metal detector di ultima generazione, cosa che lei sicuramente non avrebbe ritenuto di vitale importanza ma che in quel caso si era rivelata fondamentale. L'oggetto era di una forma strana, una via di mezzo tra una torcia e uno di quei rivelatori ectoplasmatici che aveva visto in qualche film fantascientifico, ma vista la vasta area da perlustrare Irvine le aveva proposto di dividersi per poi rincontrarsi più avanti, in un punto stabilito.
    Ok Reira, ricorda: centocinquanta metri diritto sul lato sinistro e poi in diagonale verso l'interno.
    Il ragazzo accanto a lei stava perlustrando con lo sguardo il territorio, e, nonostante la scarsa visibilità, non le fu difficile intuire che c'era da camminare per un bel po' e con molta attenzione, soprattutto, viste le raccomandazioni che Irvine le aveva rivolto sul camminare nella neve.
    CITAZIONE
    Se trovi qualcosa non fermarti, prosegui nella direzione indicata in ogni caso.

    Ricevuto. Ci vediamo al punto prestabilito per l'incontro.Rispose mentre il giovane si accingeva a cominciare la sua perlustrazione. Il forte vento faceva fluttuare vivacemente la sua chioma scarlatta, ma grazie alla misteriosa energia donatale da quel ragazzo non subiva affatto il freddo, anzi, era come se il vento non la colpisse effettivamente, perdendo il suo gelo nell'istante stesso in cui entrava a contatto con il suo corpo. Irvine si voltò nuovamente verso di lei, fissandola intensamente con gli occhi grigi.
    CITAZIONE
    E'una missione di recupero, non ho bisogno di un martire quest'oggi.

    Probabilmente quella frase avrebbe dovuto essere un augurio di buona fortuna o tutt'al più una raccomandazione, ma Reira si curò poco del modo in cui l'avesse espressa. Non sapeva se fosse giusto fidarsi di qualcuno che non fosse Kenta, ma Irvine le era sembrato gentile e molto affascinante, preoccupandosi addirittura per le sue sorti.
    Tranquillo, non siamo più nell'era delle donzelle da salvare. Ci vuole più di un mucchietto di neve per mettermi fuori gioco.

    Era giunta l'ora di tirar fuori le unghie, pensò mentre si avviava a passo tranquillo in mezzo ai fiocchi di neve. Il metal detector emetteva qualche breve crepitio di tanto in tanto, prolungandosi in un suono acuto nel caso incontrasse qualcosa di suo interesse. Aveva sentito dire che nel sottosuolo di quel posto si nascondeva un metallo molto utilizzato per le armi, e probabilmente era quello che faceva reagire il metal detector. Sicuramente, se fosse stata in prossimità di un enorme pezzo di metallo quale era un aereo, l'aggeggio avrebbe emesso un suono Ben più forte di quei fischi. Volse lo sguardo alla distesa ghiacciata, guardando come ipnotizzata l'elegante danza dei fiocchi di neve. Non vedeva nevicare così da anni, la neve le piaceva un sacco, quando andava a scuola, rendeva l'inverno meno triste. Sospirò, notando che le rimanevano d occhio e croce ancora una settantina di metri. Improvvisamente i piedi sprofondarono nel manto bianco, in modo tale che la neve arrivasse all'altezza della sua vita.
    Grandioso, ho l'impressione che questi saranno i settanta metri più faticosi della mia vita.

     
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    Ci sono pugnali nei sorrisi degli uomini

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    Incomprensioni sono così strane, sarebbe meglio evitarle sempre, e non rischiare di aver ragione, che la ragione non sempre serve

    Irvine e Reira seguirono percorsi opposti. Come previsto il taglio in diagonale, almeno secondo i calcoli del capitano dei protettori, non poteva che essere perfettamente studiato per trovare l'aereo.
    Come previsto Irvine dovette ponderare bene le proprie scelte e misurare i passi in maniera millimetrica. Passando il metal detector sulla neve quello lampeggiava debolmente. Questo perché il suolo era zeppo di metallo, molti giacimenti si trovavano sotto la superficie ghiacciata, ma erano talmente in profondità che il rilevatore non poteva che segnalarli debolmente.
    Ovviamente qualora si fossero trovati in prossimità dell'aereo caduto i metal detector avrebbero messo un suono molto più forte. Nonostante ciò più e più volte Irvine rischio di sprofondare nella neve ma il suo equilibrio disumano lo salvò da eccessivi danni, purtroppo le sue armi non erano molto leggere e difatti giocare a fare l'esquimese non era certo l'esperienza più travolgente che potesse provare.
    Compì il tragitto molto velocemente, ma senza riscontrare nulla. Ormai era giunto al punto d'incontro, quando le due diagonali si chiudevano formando un rombo sulla neve. Di Reira ancora nessuna traccia, provò a cercarla con lo sguardo. Non sarebbe andato a recuperarla, non era lo scopo della sua missione, eppure un senso di preoccupazione salì nel suo animo. Attese qualche minuto, forse aveva avuto qualche difficoltà a causa della neve, oppure aveva trovato qualcosa.
     
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