Total Infection

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    Il tatuaggio era il segno dell'uomo in carcere, l'arte lugubre dei reclusi e dei condannati.


    Era passato fin troppo tempo da quando quel rompicoglioni di un democratico di O'Connor mi aveva affibiato una qualche stronzata da fare. Me ne stavo per i fatti miei a fare il mio dannatissimo lavoro e nessuno si era lamentato di questo fatto, probabilmente il mio passare inosservato era motivo di fastidio per qualcuno. Ci penserò dopo a scoprire il canarino.
    Ricapitolando: mi trovo nel mio studio a tatuare uno dei soldati che voleva il solito e inutilissimo dragone sulla schiena, quando un portantino appena maggiorenne mi informa che il sonno dell'imperatore è stato interrotto e che sono desiderato urgentemente per svolgere una di quelle missioni per la 'protezione' del nido. Decido di prendermela comoda, dopotutto è lui che vuole me perciò può aspettare, non posso mica lasciare a metà un lavoro per queste cretinate. Quando finisco l'opera e il tizio sembra soddisfatto, mi lascia sul bancone una stecca di sigaretta intera e se ne va. Non mi interessa raccimolare dell'inutile oro, visto che non c'è niente che possa comprare.
    Quando riprendo il filo dei miei pensieri mi ritrovo su una jeep del cazzo, scassata, con un tipo fin troppo loquace alla guida. Mi son portato dietro il blocco da disegno e un paio di matite e carboncini, come difesa la Heckler e le sigarette nella tasca dei jeans. Non ho molto a cui pensare o da fare, probabilmente si tratta della solita solfa sul 'guardati intorno e facci la mappa' e la cosa si esaurirà in un paio d'ore oppure sarà qualcosa di diverso e troveremo un sacco di fottuti alieni immigrati che tentano la conquista della mia cazzo di Germania, in quel caso l'obiettivo sarà il distruggerli. La macchina si ferma e il tizio non smette un attimo di blaterare, sono leggermente asociale e tendo il braccio in fretta. Dammi la radio, che quando finiamo non voglio tornarmene a piedi. Ho un vago accento tedesco marcato in quell'inglese di merda che sono costretto a usare come lingua prima da quando il mondo è collassato. Prendo a volo la radio e le mie cose, quando scendo faccio un gesto al tipo che riparte in fretta, inondandomi di polvere e terriccio i pantaloni. Fanculo, ispanico di merda! Come se non bastasse devo pure aspettare il supporto che mi hanno affidato, non che non si fidino di me, ma preferisco avere qualche scudo umano in caso di attacco e scappare il più velocemente possibile. Niente di personale ma meglio te che me.

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    James Redfield
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    Il ragazzo si stava lavando quando il campanello suonò, appena lo sentì uscì dalla doccia con ancora metà del corpo coperta di schiuma, si mise un asciugamano attorno alla vita e fuori dal bagno scese le scale di corsa e si precipitò alla porta, la aprì con la speranza che il messaggero fosse ancora li.
    Giuro che se lo trovo lo strozzo, neanche di sera si può stare in pace Cristo Santo!
    La lettera era a terra, sigillata con della ceralacca, ma non ne fece molto caso, prese la missiva e la aprì

    Redfield James, è Richiesta la sua presenza per una missione di esplorazione e mappatura del territorio
    Nella zona della Foresta Nera, farà da scorta per nostro miglior cartografo viste le sue eccellenti abilità,
    E mi raccomando non dia troppo peso alle parole del cartografo.
    Il luogo di incontro è Al limitare della foresta nera alle ore 19:45.
    O'Connor


    Guardò l' orologio e scoprì che mancavano poco più di 20 minuti al incontro, preparò l'armamentario e indossò la tuta nonostante fosse inattiva Una protezione in più non fa mai male!
    Il viaggio fino alla foresta fu abbastanza breve e quando arrivò identificò subito il cartografo e si presentò Piacere sono James, e tu dovresti essere ? era pronto a tutto, ormai ne aveva viste di tutti i colori all interno Dell Hive.

    Scheda: (Cliccami) - Codice: by 'Gin.



    Edited by TheD4rkX2 - 2/7/2013, 22:35
     
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    Quant'è che aspetto? Quasi un'ora e non ho nessuna intenzione di inoltrarmi nella foresta da solo a lavorare, più che altro tendo a rendermi conto che da solo non potrei mai farcela a neutralizzare le possibili minacce. Sempre meglio avere qualche scudo di carne disposto a sacrificarsi che farmi azzannare il culo da quelle scimmie verdi. Sto seduto su un grosso masso e sto finendo la terza sigaretta quando vedo in lontananza una vecchia jeep scassata in avvicinamento, rimango fermo e beato mentre attendo l'arrivo di chiunque mi abbiano mandato. Probabilmente un qualche soldato stupido e lieto di immolarsi, nel migliore dei casi sarebbe stato un tipo a posto, nel peggiore invece mi sarei ritrovato un negro o quel finocchio biondo dell'ultima volta.
    Niente di tutto questo, scende dalla vettura un tipo abbastanza giovane e dall'aspetto di un soldato ben definito seppur giovane. In questa cazzo di colonia sono tutti fottuti soldati?

    CITAZIONE
    Piacere sono James, e tu dovresti essere ?

    Sembra amichevole e la cosa mi turba, mi irrita a dire il vero tutta quella tiritera di parole inutili. Alzo un sopracciglio, mi metto in piedi e butto a terra la sigaretta oramai consumata mentre la spengo con la suola della scarpa. Mi chiamo Zven, sono quello a cui dovrai parare il culo. Non ho intenzione di legare con qualcuno e di sicuro non con uno che ha l'aspetto del novellino. Sbrighiamoci, entro stanotte vorrei tornarmene dalla mia bottiglia. Taglio corto e mi metto lo zaino in spalla, pronto all'entrata nella foresta. Quanto odio socializzare. Il punto da raaggiungere è poco prima del cuore pulsante della foresta, stavolta niente zona rossa ma solo ricerca di possibili zone in cui adibire laboratori di ricerca, per cosa poi mi era indifferente.

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    CITAZIONE
    Mi chiamo Zven, sono quello a cui dovrai parare il culo.

    quelle furono le parole di Zven, le quali diedero abbastanza sui nervi al ragazzo, il quale per sua sfortuna non era molto tollerante per certi comportamenti, E pensare che lui è un semplice cartografo, mi immagino già i medici e gli scienziati le parole che seguirono furono
    CITAZIONE
    Sbrighiamoci, entro stanotte vorrei tornarmene dalla mia bottiglia.

    , Si si certo, però muoviti non vorrei avere un branco di Cavie alle calcagna! gli rispose James facendogli segno di sbrigarsi, d’altronde la miglior tattica contro uno del genere era usare le sue stesse armi Al massimo se continua così tutto tempo lascio finisca la mappa e lo stordisco così almeno per il viaggio non dovrei sentirlo ronzare. Entrarono in quel groviglio di alberi, erano talmente vicini l'un l'altro che sembrava di trovarsi in un enorme labirinto solo che al posto delle siepi vi erano alberi ed erano veramente inquietanti soprattutto in quel orario. Alla fine raggiunsero una collina spoglia, anche da lassù la vista non era molto differente, si notavano solo una delle tante astronavi atterrate in quel posto, Ci avrebbero visto tranquillamente quando ci siamo inoltrati nella foresta. pensò il ragazzo mentre iniziava a controllare il suo armamentario, intanto vide che anche Zven si preparava per iniziare a tracciare una mappa.
    Ti do solo un consiglio, in caso di attacco mira al collo, è uno dei loro pochi punti deboli



    Scheda: (Cliccami) - Codice: by 'Gin.



    Edited by TheD4rkX2 - 4/7/2013, 19:52
     
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    Ignoro totalmente quello che mi dice quel ragazzino, non vale neanche la pena rispondergli. L'unica cosa in cui mi concentro è camminare e guardarmi intorno, non voglio perdermi sulla via del ritorno e addosso non ho delle fottute briciole di pane da lasciarmi dietro ad ogni passo. L'aria è lugubre e la leggera nebbia è sempre presente che aleggia anche quando riusciamo a raggiungere quella piccola radura spoglia e morta, non mi è mai importato granché dei laboratori di ricerca anzi questa piaga planetaria ha come risvegliato il mio senso di sopravvivenza sopito e fin troppo nascosto. Mi piace essere sempre in guardia e cercare di prevedere ogni mossa, elaborare delle strategie e muovermi con la sensazione di adrenalina sempre in corpo come se fosse una dose di cocaina. Così cerco un posto utile dove sedermi e metto in pratica quello che so fare meglio: disegnare.

    CITAZIONE
    Occhio!: Riesce a orientarsi in posti nuovi in poco tempo, riuscendo anche a visualizzare - e in seguito disegnare - una mappa del circondario in poco tempo. Il senso dell'orientamento è sviluppato.

    Quando poggio la matita sul foglio mi estranio totalmente e mi concentro solo ed esclusivamente sul gesto che sto facendo, sento la grafite che si poggia in ogni linea e riesco a mettermi in contatto con tutto quello che mi circonda semplicemente seguendo quello che la mia mano vuole. Alzo lo sguardo verso James solo per un attimo e poi riprendo il mio lavoro, solo quando quello parla mi scappa una mezza risata e comincio a scuotere il capo con lentezza. Davvero crede che non sappia difendermi? Sta tranquilla Beth, so colpire i punti giusti. il femminile l'ho usato volutamente, mi sento contento quando faccio battute su chi mi parla e mi fermo un attimo per guardarmi intorno con uno sguardo decisamente critico. Ma non sono tenuto a mettere mano alle armi, quello è compito tuo.

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    James Redfield
    Il ragazzo stava ricontrollando la zona e sembrava tutto regolare quando Zven gli rispose,
    Il femminile apposta si nota dal mezzo sorriso, che coglione, spero proprio che una Cavia se lo sbrani o lo lasci in fin di vita.
    pensò il ragazzo prima di cercare di ribattere Vedremo quando dei Sinuosi cercheranno di spezzarti l'osso del collo o
    degli attanagliatori cercheranno di farti a fette, ma se per te ba bene lo stesso io non ho problemi.
    Si stava facendo buio
    e la foresta stava diventando più cupa e tenebrosa del solito, gli alberi sembravano quasi vivi a causa del forte vento che stava
    arrivando e faceva muovere quel mare di fronde, Sembra un paesaggio spettrale tipico dei film horror, l'atmosfera è quella
    giusta mancano solo gli zombie.
    Quel pensiero gli fece stampare un mezzo sorriso in faccia, quando un rumore tra gli alberi
    lo fece trasalire.

    Post Scriptum : Decidi pure tu Dorry per il rumore zombie sanguinari o il nostro Dante :3

    Edited by TheD4rkX2 - 31/7/2013, 19:27
     
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    Mi faccio una risata ascoltando la risposta di quel soldatino che tenta di darsi un tono e un posto nel mondo. Continuo il mio disegno e una volta terminato mi fermo un attimo a fissare ciò che mi circonda, si sente un rumore di passi - che siano umani o meno, non mi è dato saperlo - ma la cosa mi mette in fibrillazione. So che dobbiamo andare via da lì o capiterà uno scontro, ripongo il blocco da disegno e le matite ed estraggo in fretta la pistola. Potrebbe essere qualunque cosa, se siamo fortunati è una semplice cavia, se il karma ci sputa addosso allora è merda ben più grande. In fretta Samantha, arriva qualcosa.
    Tolgo la sicura e punto la pistola al suolo, non avendo ancora un bersaglio mi sembra un inutile spreco di tempo puntare al vuoto un'arma carica e pronta a fare fuoco. Il rumore si avvicina e appare quello che sembra essere la grossa carcassa di un cervo in decomposizione che fiuta l'aria con un aspetto non proprio rassicurante. Punto in automatico l'arma contro la creatura e prendo la mira.

    CITAZIONE
    Focus: Quando deve sparare, aumenta la concentrazione e la mira dando così maggior precisione al colpo.

    Sparo un colpo mirando al centro della testa, sperando che il rumore dello sparo non attiri altra merda inumana, continuo con un secondo. Dopo parlo a quel sempliciotto e lo invito a correre via, l'obiettivo è finire il lavoro e poi togliersi dai coglioni. Se mi mette i bastoni tra le ruote, non mi faccio scrupoli e lo uso per rallentare le bestie. Fottitene di controllare se è vivo, togliamoci da qui e cerchiamo riparo.


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    Edited by D o r c a s - 7/8/2013, 01:35
     
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    Era successo tutto abbastanza velocemente, nemmeno il tempo di mirare al cervo che prontamente Zven lo abbatté con due colpi alla testa, la carcassa del cervide emanava un odore nauseabondo che avrebbe di certo chiamato roba ben peggiore verso la loro posizione . Bene almeno adesso so che non sei del tutto inerme al contrario di quel ex cervo. la risposta di Zven era semplicemente un affermare una certezza. Davvero lui crede che io stia qui a controllare che quel coso sia vivo? Gli fece cenno di muoversi verso la direzione di dove erano venuti, Pensi sul serio che con tutta la merda inumana presente in questo bosco io vada a controllare se uno stupido cervo sia vivo? Ma fammi il piacere. gli stava facendo girare i cojones, gli sarebbero bastati altri due minuti e poi lo avrebbe dato in pasto agli infetti ma sarebbe stato un po' difficile da spiegare al ritorno nella colonia la mancanza del cartografo a O'Connor. In realtà in quel momento la sua più grande preoccupazione era la tuta che qualche settimana era da riattivare in qualche modo dopo il casino fatto da Calandra alla Fatiscenza.
     
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    Ho la bellissima abitudine di ignorare sistematicamente chiunque rientri nel circolo delle stronzate dette ad alta voce, è un dono che mi porto dietro da sempre. A volte risulta utile perché mi risparmia un sacco di socializzare inutile, altre volte no. In questo caso, sta preservando la mia sanità mentale ignorando totalmente quel soldatino bianco. Perché continua a blaterare? Americani del cazzo.
    Comincio a camminare verso quella specie di grotta che avevo adocchiato sin dal primo momento - come cartografo sono bravo e il senso dell'orientamento non mi manca - quando sento che qualcosa si sta avvicinando a passo sostenuto, sembra qualcosa di piccolo svelto e di sicuro è più di uno. Sta arrivando qualcosa, Hanna. È più di una merda, di qua. E devio in direzione della grotta facendogli segno di seguirmi, non posso dire di essere stato gentile ma quanto meno gli ho indicato il 'rifugio' provvisorio. Una volta dentro, faccio segno di fare silenzio e mi appiattisco contro la parete di roccia, slacciando il gancio alla fondina pronto a qualsiasi evenienza. Davanti a noi, qualche istante dopo, si vedono sgusciare delle cavie dall'aspetto famelico che sembrano annusare l'aria in cerca delle vittime. Guardo Beth e con un cenno del capo e il movimento degli occhi, gli suggerisco di dividerci in parti uguale il rischio. Sono solo due, una a testa e dovremmo poter continuare in pace la missione. Non riesco a scorgere la sua risposta che una delle cavie scatta verso di lui, afferrandolo per il pantalone e trascinandolo fuori. Mai fidarsi dei soldati., cazzo!

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    Avevo seguito Zven verso il suo nascondiglio, quando ci fermammo dietro quella piccola insenatura, gli dissi che non sarebbe servito a niente, visto che vedono tramite infrarossi, ma il tedesco non mi voleva ascoltare, quando ad un certo punto una cavia mi afferrò per la caviglia e mi spinse lontano dal riparo Dio mio, non di nuovo imprecai un istante prima che mi trascinasse via, avevo già avuto un brutto incontro contro e non volevo ripetere l'esperienza. Intanto vidi con la coda dell'occhio ,mentre cercavo di liberarmi dalla stretta delle prime due cavie, vidi una cavia apparire dalla boscaglia ed accanirsi contro Zven. Avrei dovuto pensare a proteggerlo,ma ero già abbastanza impegnato in quel momento e grazie un rapido movimento di mani, ruppi l'osso del collo della cavia che stava cercando di staccarmi la testa, mentre l'altro piccolo bastardo provava a mordermi le gambe e non riuscì ad evitare che mi azzannasse la gamba sinistra, all'altezza del polpaccio. Era penetrata quasi fino all'osso grazie a quelle sue affilatissime zanne, trattenni a stento un urlo per il dolore, mi liberai con un secco calcio su quella che sarebbe dovuta essere la faccia del mostriciattolo, il quale mollo la presa e mi consentì fracassargli il cranio con un calcio, stavo perdendo abbastanza sangue e quindi decisi di crearmi un laccio emostatico fai-da-te per evitare che si formasse un emorragia ancora più grave.

    Edited by TheD4rkX2 - 28/10/2013, 00:21
     
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    Non faccio in tempo a ridere del suo scivolone che mi piove addosso l'altra cavia. La colluttazione la vedo al rallentatore ma sono sicuro che la sua durata è inferiore al minuto, rotolando via mi porto dietro quella cosa che si stacca di dosso solo quando riesco a sbatterla contro il tronco di un albero. Estraggo la pistola e sparo in testa al 'mostro', uno è andato. Ho la schiena coperti di graffi e le braccia sanguinano a causa dei tagli che mi ha lasciato quella cosa, non sembrano molto profondi e probabilmente non lasceranno cicatrici. Ogni tanto ho un po' di culo. Mi volto in direzione di Elisabeth e lo vedo sanguinare, brutta storia. La cosa ancor più grave è che il sangue esce da una ferita al polpaccio e sembra essere stato morso. Un morso e lo puoi considerare infetto. È un pericolo.
    Il primo istinto che ho è quello di sparargli in testa e lasciarlo morire là, se ha contratto l'infezione da parte di uno dei cerebros è morte assicurata e non ho la minima intenzione di portarmi un altro paziente zero dentro la colonia. È un cazzo di morso quello che ti ha dato Jenny. Sai che vuol dire, vero? Riprendo in mano la pistola ma non la punto contro di lui. O ti ammazzo qua ed evito il contagio, oppure ti taglio la gamba. Sorrido e mi stringo nelle spalle. La scelta è solo tua.
    Non mi sentivo così generoso da quando... Da quando? In ogni modo, mi stavo rammollendo. Avrei potuto farlo fuori senza chiedere niente, probabilmente mi ero abituato a quella vita e alla disperazione di quei poveri disgraziati. L'offrirgli una morte veloce mi sembrava una gentilezza fuori dai miei standard.
    Un altro rumore mi distrasse da quell'affare e deviò tutta la mia attenzione, chiusi gli occhi ed espirai lentamente rinfoderando l'arma. Dobbiamo andarcene, Jenny. Un passo falso e ti lascio in questa merda con un proiettile nel ginocchio. Adesso muoviti. Lo presi per un braccio e me lo trascinai dietro, verso la jeep. Il rumore si faceva più vicino e sembrava qualcosa di più grosso delle due cavie precedenti. Quella foresta gli dava ai nervi, non c'era un minuto per star tranquilli.

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    Zven, aveva avuto modo di liberarsi quasi subito, e con pochi danni, della cavia che lo aveva assaltato, la maglietta ridotta a brandelli e la schiena piena di tagli erano un segno evidente della sua colluttazione con quell'essere.
    Mi disse due parole sul fatto del mio morso e che mi avrebbe dovuto uccidere, in quel momento non ero preoccupato per me, ma per lui visto che aveva la schiena variegata di graffi di cavia.
    Tranquillo, sarò già stato morso cinque o sei volte da cavie, e come vedi sono ancora vivo, più che altro mi preoccupano le tue ferite sulla schiena visto che si infetterebbero con una facilità assurda e ti porterebbero ad una setticemia in pochissimo tempo, se mi dai mezzo secondo ti rimetto a nuovo.
    Senza aspettare una sua risposta presi dal mio zaino della garza sterile e della soluzione iodata e dopo avergli tolto con cura la maglietta mi misi a tamponare le ferite con lo iodio per eliminare sangue e sporcizia
    Stringi i denti, lo so brucia come l'inferno, ma meglio questo che morire di setticemia
    Una volta pulita notai la moltitudine i tatuaggi su tutto il torace ma non mi fermai ad osservarli, controllai le ferite e quindi procedetti a fasciargli la schiena, quando appoggiai la mano sul suo petto per tenere ferma la garza avvertì una leggera scossa alla nuca, una sensazione che altre volte nella mia vita avevo provato e che specialmente in quel caso stava a significare l'inizio di un infatuazione e sinceramente non mi sarei mai immaginato che sarebbe potuto accadere con una persona del genere, e una volta terminato di fasciarlo gli diedi la mia maglietta
    Non fare storie, non voglio che le garze si sporchino o si spostino.
    Scoprì che eravamo praticamente identici di corporatura, io ero solamente tre centimetri più alto, evidentemente avevo il mio aiuto aveva sortito qualche effetto poiché Zven mi diede una mano a rimettermi in piedi e a spostarmi verso la jeep, percepì un rumore provenire dalla foresta.
    Oramai non ci pensavo più, ogniqualvolta avvertivo un pericolo in automatico estraevo la lancia, pronto a combattere per la mia vita.
     
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    Inspiegabilmente Jenny mi aveva curato, si era persino presa la briga di pulire le ferite e fasciarmi la schiena e il petto. Speravo proprio che quelle ferite non fossero profonde così che i tatuaggi non si rovinassero, era un'impresa tatuarsi da solo e ancora di più lo era trovare qualcuno dentro l'alveare disposto a ripassarmi i disegni. In ogni caso, non mi lamentai sopratutto perché non volevo mostrarmi debole davanti a quel soldatino. Cinque volte? rimasi perplesso, al primo di solito si moriva o si diventava infetti. C'era qualcosa che non andava in lui se era rimasto in vita dopo tutti quei "colpi". Ehi Hanna-Beth, mi stupisci ogni volta. Quando ebbe finito di fare l'infermiera mi diede la sua maglietta, la cosa mi fece incazzare ma la presi perché non volevo ricominciare a sanguinare a caso.
    Il rumore della "cosa" che avevo sentito prima, si faceva sempre più forte e terribilmente vicino. La corsa verso la jeep fu più lenta del previsto e fortunamente senza nessun incontro assassino, quando la vidi trassi un sospiro di sollievo. Avevo dimenticato che il mio mezzo se l'era squagliata per prendere il secondo stronzo della missione, in quel caso la giovane Amber, ma non avevo pensato che fosse venuto guidando. Fu una bella sorpresa, non dovevamo nasconderci dietro un sasso in attesa di qualcuno. Dammi le chiavi, guido io. Lo lasciai davanti il mezzo e io mi accomodai al posto del guidatore, quando quello fu dentro e mi diede le chiavi, misi in moto e partii. Che culo, eh?
    La via per la colonia era lunga, probabilmente avrei dovuto fare la strada di riserva per evitare che qualche essere potesse trovare la via.

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    Zven ed io stavamo lentamente arrancando verso la jeep, mentre il rumore si faceva sempre più vicino la mia mente stava cercando di dare un identità a quei suoni, ma nonostante l'esperienza non riuscivo a collegarli a niente che avessi incontrato, probabilmente si trattava di un aberrazione mostruosa. Notai il suo stupore di fronte al numero di ferite che mi avevano procurato e che alla fine mi avevano lasciato più o meno indenne Beh essendo le mie cellule staminali, il progenitore del virus non posso essere infettato
    Una volta raggiunta la jeep Zven decise di mettersi alla guida, io non avevo niente da obbiettare visto che comunque da come era messa la mia gamba non avrei potuto farlo comunque, saliti sul veicolo gli diedi le chiavi, percepivo la cosa nella foresta avvicinarsi pericolosamente, mi tornarono in mente gli avvenimenti di Berlino accaduti cinque anni prima, quando a causa di un enorme mutante una delle ultime colonie cadde.
    Spero solo che non sia niente sullo stile di Berlino
    Hai sconfitto quel bestione da solo, e poi credi cosa ci potrebbe essere di peggio ?
    La feccia che si aggira nella Foresta, la quale oltretutto ospita i Cerebros!
    Cosa vuoi che siano 2-3 alieni infetti e qualche animaletto troppo cresciuto?

    Mi accorsi di aver parlato a bassa voce, solo quando Zven mi guardo con aria interrogativa
    Scusa, ero abituato a parlare pensando quando ero solo e vagabondavo in giro in cerca di rifugi, e ti assicuro che per me non è stata affatto una cosa facile dissi, col risultato di togliermi anche un peso.
     
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    Il tatuaggio era il segno dell'uomo in carcere, l'arte lugubre dei reclusi e dei condannati.


    Le strade sembravano calme e fui tranquillo solo quando abbandonai il perimetro della foresta di un bel paio di chilometri. Invece di andare direttamente alla colonia, decisi di deviare per poter scoraggiare possibili infetti. Non sembrava ma al mio culo ci tenevo e portarmi delle bestie impazzite dentro 'casa' non mi sembrava una grandissima idea. Come ti pare, Eleonor. Finché non esci di testa, fai quello che ti appaga di più. Cadde il silenzio e la cosa non mi infastidì, probabilmente il soldatino voleva raccontare i suoi segreti più intimi ma a me non interessava più di tanto. Era roba da piagnucoloni e iper sensibili del cazzo, ognuno aveva la sua storia da raccontare e avevano tutti la pretesa di essere commiserati e ispirare più pena negli altri. Non faceva per lui e non era minimamente interessato alla storia degli altri, bastava e avanzava la sua con tutte le riserve che aveva nel raccontarla - quasi a nessuno. Siamo quasi arrivati, Johanne.
    C'era la colonia a poca distanza e la cosa lo fece rilassare, sciogliendogli la tensione che aveva nelle spalle. Non erano riusciti a terminare la missione più di tanto però ricordava alcune parti della zona decisamente importanti, avrebbe dovuto metterlo su carta una volta arrivato in studio. Per evitare che le alte sfere lo infastidissero almeno faceva le cose in fretta.

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